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Studio Legale Fucci, una storia secolare

Giuseppe Vittorio Fucci, nato ad Airola il 15 gennaio 1921 dal matrimonio tra Carlo Fucci e Marianna Taddeo. L’onorevole è scomparso il 20 ottobre del 1997.

Fucci ha fatto spaziare il proprio interesse dalla professione forense, alla politica, all’impegno letterario come poeta e scrittore e a quello sociale e didattico. Per partecipare al secondo conflitto mondiale fu costretto a sospendere gli studi e quindi si laureò in giurisprudenza presso l’Università Federiciana degli studi di Napoli poco dopo la fine della guerra.

Intraprese la professione forense come discepolo del professore avvocato Cesare Loasses, uno dei più illustri penalisti italiani, nel cui studio si distinse per l’impegno professionale. L’attività forense, poi, lo portò a divenire patrocinante innanzi alla Cassazione ed alle altre giurisdizioni superiori.

Ben presto manifestò il suo interesse per la politica, alla quale si avviò a seguito delle determinanti sollecitazioni dell’avvocato Alessandro Lombardi, che è stato il primo presidente dell’amministrazione provinciale di Benevento dopo la nascita della Repubblica, aderendo ben presto alla Democrazia Cristiana nell’immediato secondo dopoguerra.

Si distinse per il particolare impegno profuso per la lista della democrazia cristiana in occasione delle elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale di Airola del 1952.

Fu così che Sua Eccellenza l’Onorevole Giovan Battista Bosco Lucarelli, tra i fondatori del Partito Popolare prima, e della Democrazia Cristiana dopo, volle con forza la sua elezione, nel 1952, nel comitato provinciale della democrazia cristiana prima e nella direzione provinciale del partito poi.

Fu l’Onorevole Bosco Lucarelli ad intravedere in Giuseppe Vittorio Fucci il suo certo e degno successore politico nell’ambito della D.C. Infatti, quando agli inizi del 1954 Bosco Lucarelli si ammalò gravemente, spirando nei primi mesi dello stesso anno, l’avvocato G. Vittorio Fucci, all’età di 33 anni, fu chiamato a reggere come Segretario Provinciale le sorti della D.C. sannita.

Fu da quel momento che si consolidò, all’interno della Democrazia Cristiana provinciale, il binomio Fucci-Verginio, che per anni costituì la “leadership” del gruppo degli allora giovani che maggiormente si distinse nella vita politica provinciale della democrazia cristiana e che visse una feconda contrapposizione dialettica con la corrente vetroniana.

In occasione, poi, del congresso provinciale del 1955 la compagine Fucci-Verginio, benchè risultò la più votata, non potè raccogliere i frutti della vittoria per una storica dubbia interpretazione che fu data ad una norma statutaria, rispetto alla parità dei voti conseguiti, per l’elezione a segretario provinciale, tra l’avvocato G. Vittorio Fucci e l’avvocato Guido Delcogliano, che faceva capo alla corrente vetroniana.

Seguirono anni di lunghe ed aspre battaglie, nel corso dei quali non mancarono giuste e leali critiche che G.V. Fucci rivolse al suo stesso partito, del quale cominciò a presagire i segni dell’inizio di una grande e irreversibile crisi, così come fu stigmatizzato nel suo saggio politico “il partito è uguale per tutti”.

Crisi che quindi intravide e presagì alla fine degli anni ’50, con un anticipo di oltre 30 anni rispetto allo scioglimento della stessa democrazia cristiana. Peraltro è nota la lettera, ai Democratici Cristiani, che, nel 1985, Giuseppe Vittorio Fucci fece affiggere, nella forma di un manifesto, in tutti i paesi della provincia di Benevento, nella quale, riprendendo i temi della intuizioni che ebbe circa 30 anni prima, presagì nuovamente la imminente fine della DC, che, infatti, nel 1993, scomparve dalla scena politica.

Continuò, tuttavia, a coltivare la sua grande e forte passione per la D.C., nella quale ricoprì più volte la carica di vicesegretario provinciale e segretario della sezione della democrazia cristiana di Airola.

Significativi furono i suoi rapporti politici con l’On. Aldo Moro, l’On. Giulio Andreotti, il Sen. Amintore Fanfari e L’On. Giovanni Perlingieri, successivamente grande rilievo hanno avuto nella sua vita l’impegno e i rapporti politici e umani prima con l’On.le Fiorentino Sullo e poi con l’On. Clemente Mastella, al quale restò legato sino agli ultimi giorni della sua attività; *scelta questa motivata sempre da un forte spirito di autonomia e dall’adesione ai valori fondamentali del popolarismo cattolico al quale rimase fedele sino alla fine.

Il 14 giugno 1977, dopo una crisi senza precedenti della D.C. di Airola, fu eletto sindaco della sua città natale, capeggiando quella che fu, forse, la prima amministrazione comunale governata dalla Democrazia Cristiana ed il PCI.

Fu poi consigliere regionale della Campania durante la seconda e terza legislatura, ricoprendo le cariche di vice presidente di varie commissioni legislative e di consigliere segretario dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale della Campania.

E come sindaco e come consigliere regionale profuse un forte impegno per la individuazione e la risoluzione di tanti problemi che affliggevano sia la comunità airolese sia l’intero sannio.

Memorabili furono le sue battaglie sia nella commissione per il piano triennale 83/85, che nell’assemblea del consiglio regionale, per la strada a scorrimento veloce Caserta Sud – Benevento e per la famigerata Fortorina, in relazione alla realizzazione delle quali furono stanziati anche i fondi per i primi lotto funzionali, sebbene, mentre la realizzazione della Fortorina fu avviata, quella della Caserta Sud – Benevento non vide e non vede l’inizio della sua costruzione.

Forte fu il suo impegno tra l’altro anche per la produzione legislativa in favore dell’agriturismo, dei centri di lettura, del finanziamento per il ripristino dei castelli ed in genere dei monumenti storici del sannio, della metanizzazione anche dei comuni con popolazione al di sotto dei diecimila abitanti, nonché dei cinquemila abitanti, che in virtù di una legge regionale, di cui l’Onorevole G. Vittorio Fucci fu promotore, poterono consorziarsi ed essere così serviti dalla metanizzazione, in favore della istituzione della scuola regionale di polizia municipale, istituita a Benevento, del finanziamento degli studi idrogeologici relativi al territorio sannita, maggiormente esposto a frame e smottamenti, nonché della realizzazione delle opere necessarie di contenimento e della risoluzione di tanti altri problemi.

Giuseppe Vittorio Fucci è stato più volte impegnato come componente dell’assemblea generale dell’USL n. 6, quale rappresentante del consiglio comunale di Airola, dal 1980 al 1988.

Per quanto riguarda l’impegno profuso come sindaco, va ricordato che Giuseppe Vittorio Fucci conseguì tanti e tali risultati e mise in cantiere tante iniziative impossibili da elencare sinteticamente.

A tal proposito ci piace però sottolineare, come espressione della sua sensibilità e concretezza che: ridiede dignità al cimitero; valorizzò i monumenti storici della Città; portò energia elettrica ed infrastrutture in zone della Città da sempre dimenticate; fece deliberare la creazione dell’acquedotto rurale e comunale (dai suoi successori mai realizzati); ristrutturò la rete fognaria ed elettrica della Città; realizzò diverse nuove strade nelle zone periferiche della Città e ne sistemò e ne ampliò altre, che da decenni erano dei veri e propri tratturi impraticabili; si battè per il restauro del castello medievale di Airola, continuando la battaglia anche quando divenne consigliere regionale.

Il suo impegno non si è limitato al campo professionale e politico, ma ha spaziato ampiamente in vari settori del sociale.

Infatti, ha ricoperto le cariche di: presidente della sezione cinema e di componente del consiglio direttivo dell’unione degli industriali di Benevento dal 1956 al 1962; presidente del comitato scuola famiglia presso il liceo classico Alessandro Lombardi di Airola dal 1970 al 1974; commissario straordinario dell’assemblea nazionale combattenti e reduci di AIROLA e di consigliere provinciale della stesa associazione.

E’ stato impegnato anche nell’attività cooperativistica, divenendo il presidente della cooperativa agricola “Airola” all’inizio degli anni ’50. Fatto questo di particolare importanza, perché rappresentò la prima esperienza cooperativistica ad Airola e una delle prime dell’Italia meridionale.

Attraverso il suo impegno come presidente della cooperativa agricola “Airola” riuscì ad ottenere il riconoscimento della classificazione del tabacco prodotto nel territorio di Airola, come quello rientrante tra tabacchi di migliore qualità. Profuse il suo impegno anche come presidente dell’unione cattolici, dell’ex diocesi di Sant’Agata dei Goti.

Non abbandonò mai, poi, lo studio delle discipline giuridiche, ed infatti fu anche docente di diritto penale e criminologia presso l’ANSI di Benevento e, poi, presso la Scuola Regionale di Polizia Municipale.

Sul piano politico va ricordato che fu anche presidente della sezione del CCD di Airola. Il suo impegno si manifestò anche nell’interesse squisitamente culturale. Come è noto, è stato autore di molte poesie, alcune delle quali, raccolta nel libro intitolato: “Poesie- prima raccolta”, che ha conseguito il premio “della Presidenza del Consiglio dei Ministri”. Una seconda raccolta, invece, è in corso di stampa e tra non molto sarà presentata con una pubblica manifestazione. Le sue liriche sono state premiate in diversi concorsi nazionali e internazionali. In particolare va ricordato, che è stato proposto per la nomina ad “Accademico d’onore per i suoi alti meriti” dell’Accademia Nazionale degli Abruzzi.

E’ stato autore anche di vari testi di saggistica politica. Vanno ricordati in particolare: “Risposta ai ritardatari: ovvero il senno di poi”, “il partito è uguale per tutti”, “Storia vecchia e nuova”, “Amici” ed altri. E’ rimasto incompiuto, invece, a seguito della sua scomparsa, un libro dal titolo: “Diario politico”, con il quale G. Vittorio Fucci stava ricostruendo tutta la storia politica del Sannio e dell’Irpinia dal secondo dopoguerra in poi. E noi speriamo che questo libro sia ultimato e dato alle stampe da uno dei figli.

Oggi il figlio, il dott. Avv. Vittorio e la sua discendenza hanno preso il posto in quello studio legale che da un secolo e passa, difende i propri assistiti con la volontà, l’impegno e la professionalità all’insegna di un retaggio di valore e costanza nel tempo. La professione legale non è cosa semplice, soprattutto oggi giorno, dove lo Stato è spesso assente, sia per inerzia che per errata gestione della Res Publica, sia per il dinamismo sociale, che comporta una alterazione del Mos Majorum( il modo di vivere della comunità) e quindi un approccio sempre differente, caso per caso.

Destreggiarsi abilmente e consapevolmente nel bailamme legislativo e procedurale, prendere in esame ogni singolo aspetto delle vicende e rapportarsi in maniera professionale, si, ma vicina al sentire delle persone. Ecco che la professione di avvocato diventa anche, conseguentemente, confessore, psicologo, sociologo. Sbaglia Shakespeare a parlar male di tale professione( evidentemente il suo avvocato non era un Fucci!) perché è nei casi di forte e sentita necessità che ci si rivolge con rispetto e speranza in chi, carte alla mano, presentandosi in tribunale, arringando con la propria forza interiore, si mette a disposizione dell’assistito più di come possa fare un qualsiasi parente.

Sempre praeter et secundum legem, ovviamente.

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