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Crisi abitativa, “ora anche famiglie con due redditi non riescono a pagare l’affitto. Occupano per non finire in strada”

“Vorremmo case e salari dignitosi ma il governo Meloni fino ad ora ci ha dato solo sgomberi e manganelli”. Bologna, inizio dicembre. Il termometro segna quasi zero gradi quando nel giro di una sola mattinata vengono eseguiti due sgomberi. Un’ex residenza universitaria privata occupata dal Collettivo Universitario Autonomo per l’emergenza abitativa studentesca e una palazzina in via Corticella dove da qualche settimana viveva una ventina di persone tra cui diversi bambini.

Io ho vissuto a Bologna. Fredda, freddissima. Sono stato in affitto in una mansarda reiventata ad abitazione, allucinante, come allucinante era l’affitto, e vi parlo del 2009. Sinceramente non ci tornerei a Bologna, a meno che non vincessi al Superenalotto( e vivrei in hotel).

In Italia il problema abitativo è una storia vecchia, vecchissima, ancor prima del “boom” economico degli anni ’50, dove l’edilizia popolare ha “spopolato”(!). Vi ricordate ” brutti, sporchi e cattivi” con Nino Manfredi, dove nelle baraccopoli di un tempo oggi dimorano gli zingari con le loro mercedes(TM) e i camper di Mille e una Notte.

Ma la vicende di Bologna deve far riflettere sul come siano fallite le politiche sociali proprio in un luogo dove tanto si è decantato in proposito.

 “Si tratta di persone che lavorano e che hanno un reddito ma che non riescono più ad accedere al mercato degli affitti privati” spiega Luca, uno dei militanti della Piattaforma di Intervento Sociale (Plat) che è impegnata nella lotta per la casa a Bologna. In città ci sono 25mila alloggi vuoti. 

Assurdo, non trovate?

L’Italia diventerà prossimamente la nuova patria del Bed and Breakfast.

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