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Più Monna Lisa per tutti

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La Gioconda e La Gioconda nuda

 Centodieci anni fa per l’esattezza, fu un giorno storico per il mondo dell’arte. Era il 12 dicembre del 1913 quando ‘La Gioconda’(Monna Lisa), la più famosa e misteriosa creazione di Leonardo, venne ritrovata e recuperata dopo il furto( di cui vi è stata una rappresentazione televisiva a puntate sulla Rai). Il famosissimo dipinto era stato infatti sottratto dal Louvre due anni prima dall’italiano Vincenzo Peruggia, in un giorno di chiusura del museo dove lavorava. Quando Peruggia si decise però a proporre l’acquisto del capolavoro a un collezionista d’arte fiorentino, lui venne arrestato e il dipinto infine recuperato. Per alcuni mesi La Gioconda rimase ospite a Firenze e fu esposta agli Uffizi. Sono tante le curiosità che circondano questo dipinto. Tra queste c’è un giallo che da anni attanaglia il mondo dell’arte, ossia quello della ‘Gioconda nuda’, celebre disegno conservato al museo Condé nel castello di Chantilly(Francia). Ricercatori ed esperti stanno da tempo cercando di farvi luce una volta e per sempre, sottoponendo il quadro a una serie di esami di riflettografia, luce rasente, radiografie spettrografia e fluorescenza ai raggi X. Gli esperti si chiedono se sia stata realizzata da Leonardo da Vinci o forse da qualcuno dei suoi allievi, come si pensa sia per il Cristo “Salvator Mundi”da 400 e passa milioni di euro).

Conosciuto anche con il nome di “Monna Vanna“, il disegno a carboncino con pigmenti bianchi della grandezza di 72 centimetri per 54 è stato realizzato tra il 1485 e il 1583 e rappresenta una figura femminile senza veli, colta in una posizione analoga a quella della celebre Gioconda. Anche il sorriso è simile, con quello sguardo così speciale capace di ipnotizzare lo spettatore. Una creazione di stampo leonardesco, che presenta una somiglianza impressionante con l’opera più famosa, portando così molti critici d’arte a credere che si tratti probabilmente di una bozza preparatoria della Monna Lisa, ma “osè”. La Gioconda Nuda passò nelle mani di Henri d’Orleans nel 1897, periodo in cui era attribuita all’artista toscano. Nel corso degli anni, però, la critica si è divisa sulla paternità dell’opera. Secondo gli esperti è quasi certo che sia stata realizzata nella bottega di Leonardo e che lo stesso artista ci abbia messo quindi mano. Alcuni risultati dello studio hanno confermato che è un originale e che la composizione sia stata disegnata da sinistra in alto a destra in basso. Un dato significativo, visto che Leonardo era notoriamente mancino.

Alcuni storici dell’arte hanno interpretato quest’opera come il ritratto di un allievo “prediletto” di Leonardo colto in sembianze femminili, con boccoli e ciocche in cui il genio di Vinci si “dilettava molto”. Del resto le sembianze e il braccio sinistro ricordano molto quelle del “Bacco” datato 1510-1515.

Ci vorranno ancora tempo e ricerche ulteriori per sciogliere il mistero. Altro che Dan Brown e il Codice. Sembra che Leonardo Da Vinci abbia architettato tutto secoli prima. Conoscevate, tra i suoi scritti, gli indovinelli? Cosa aspettarsi, dunque, da chi è stato un genio, anzi il Genio per eccellenza?

Ammiriamo comunque queste opere, e se soffrite, come me, della Sindrome di Stendhal, beh, pazienza.

(Fonte per l’incipit: La Nazione)

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