Giulia Cecchettin, da simbolo a minaccia; episodio increscioso durante partita basket

Un Daspo (divieto di accedere alle manifestazioni sportive) che gli vieterà ogni manifestazione sportiva per 5 anni è stato inflitto nei confronti di un 50enne, padre di un giovane giocatore di basket, che durante una partita ha insultato l’arbitro donna dell’incontro, urlandole, tra le altre ingiurie, “devi fare la stessa fine di quella di Vigonovo”, c riferimento al femminicidio di Giulia Cecchettin.
Il provvedimento è stato emesso dal questore di Padova, Marco Odorisio.

Contro l’arbitro, una 17enne, l’uomo aveva rivolto altri insulti di tipo sessista.

Il fatto è avvenuto pochi giorni fa, durante la partita di pallacanestro under 17 maschile tra le squadre Camin e Cittadella Brenta Gunners.
Gli accertamenti erano partiti in seguito alla querela sporta dal padre della ragazza.

E’ con dolore e rammarico che scrivo questo articolo. Non bastava l’assurdità dell’omicidio ad opera di Filippo Turetta verso la fidanzata Giulia Cecchettin, ma anche il fatto che anziché essere, come giusto che sia , simbolo dell’innocenza, della vita spezzata immeritatamente( tutte le vite sono sacre) adesso, è diventata esempio di minaccia o di ingiuria. Già un ragazzo valdostano aveva minacciato la fidanzata minorenne dicendole “attenta o fai la fine di quella in tv”(riferito appunto a Giulia), e ora, un padre di famiglia, genitore di un giocatore, dove lo sport rappresenta libertà e armonia, ingiuria contro l’arbitro, una ragazza, dicendole di “fare la stessa fine di quella di Vigonovo”.

Orribile. Penso che oltre una insana ignoranza di base sia una questione psicologica grave.
   

Da Nicola Gallo

Partenopeo, diploma di Maturità Classica (Lic.Stat. G.B.Vico), Laurea in Scienze Politiche conseguita presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Frequentazione parziale di Belle Arti. "Per aspera ad Astra, ad Astra ad Infinitum". Informare è un dovere, è un diritto. Informare ed essere informati, per il bene di tutti.

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