Il movente o le cause scatenanti sono ancora al vaglio degli inquirenti ma si è reso ancor più dettagliato nel corso delle ore il contesto nel quale è maturato il delitto di Mattarana, piccola frazione in provincia della Spezia. Un omicidio-suicidio, dalla testimonianza resa da Alfredo Zenucchi, il marito di Rossella Cominotti, 53anni, la donna trovata morta la mattina dell’8 dicembre nella stanza d’albergo di una locanda della bassa Val di Vara, uccisa da un colpo di rasoio( quelli classici da barbiere e film di paura) alla gola. L’uomo non riesce a rivolgere verso di sé l’arma da taglio, gira per alcune ore sul territorio finché non viene fermato ad un posto di blocco dei Carabinieri in Lunigiana: questa è la ricostruzione di quanto accaduto fatta dal 57enne, a partire dal ritrovamento del cadavere e fino al fermo dell’uomo, ex edicolante , che durante l’interrogatorio davanti ai militari e al P.M. ha fornito informazioni agli inquirenti su quello che a suo dire era un disegno suicida di entrambi i coniugi, «farla finita insieme».
Un sospetto in tal senso già dalle prime fasi di indagine e supportato poi dal ritrovamento di una lettera accanto al corpo della donna.
Nel testo parole che per gli inquirenti risultano «apparentemente scritte dalla donna e sottoscritte da marito e moglie» dalle quali emerge la volontà da parte dei due coniugi di volersi togliersi la vita definitivamente.
Ora dovrà essere eseguita una perizia calligrafica sulla lettera in esame, per capire se la scrittura corrisponda realmente a quella della vittima. Ma nel testo non ci sono tuttavia spiegazioni che possano aiutare a delineare un possibile movente o una causa scatenante che avrebbe determinato il proposito di un suicidio in coppia.
L’uomo ha spiegato agli investigatori quanto accaduto nelle ultime ore all’interno della stanza di albergo, dicendo di aver voluto rispettare una scelta fatta insieme alla moglie, ma di non essere poi riuscito a rivolgere l’arma verso di sé, non trovando quindi il “coraggio” o la determinazione necessari. La morte risalirebbe al 6 dicembre scorso, Zenucchi ha ammesso di aver inferto fendente alla donna al collo con un rasoio a mano libera e la morte sarebbe arrivata dopo un paio d’ore di agonia. Da lì in poi ha raccontato di aver vegliato il corpo di Cominotti, fino all’8 dicembre quando di prima mattina ha lasciato la struttura alberghiera, dove avevano la camera prenotata ancora per quel giorno. Nell’uscire ha lasciato la porta semi aperta della stanza, particolare che ha fatto pensare al personale dell’hotel che la camera fosse già stata liberata. Entrando, la scoperta della tragedia. Ed ecco il via alle indagini, con le ricerche dell’uomo concluse in Lunigiana ad un posto di blocco al quale è stato fermato, identificato e arrestato.
A volte sembra che l’amore porti solo alla morte. Restano comunque da chiarire alcuni particolari, soprattutto, se confermato, il perché di tale scelta illogica.