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Recensione di un romanzo bellissimo

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Tanti anni fa mi trovavo in Costiera Amalfitana. C’era una edicola che nascondeva un intero Sancta Sanctorum di libri, per lo più edizioni vecchie. Da buon 17enne curioso, mi cadde l’occhio su un piccolo libriccino, lo sfogliai appena e notai al suo interno delle bellissime fotografie in bianco e nero che si alternavano con la parte scritta. In copertina c’era un disegno accennato, facile da riconoscere, di un gabbiano che vola con lo sfondo blu ideale del cielo. Il titolo era “Il gabbiano Jonathan Livingston-una storia”, scritto dall’americano Richard Bach con le fotografie aeree di Russel Munson. Avevo già letto bellissimi libri, avvincenti e coinvolgenti, ma quando cominciai con questo piccolo grandissimo capolavoro, fui preso da una strana voglia di leggerlo fino in fondo, e in un pomeriggio estivo d’agosto, mentre gli altri villeggianti si godevano il mare il sole e quanto offriva la bellissima Costiera Amalfitana con Minori nel suo splendore, io rimasi nella mia stanza d’albergo a leggere qualcosa che intuii mi avrebbe segnato interiormente.

Recensisco con l’anima piena di ricordi, avvertendo chi legge che potrei, in questa stesura, fare quello che oggi viene definito “spoiler”. Ma vi prego, fin da ora, di fermarvi nel leggermi, comprare e “divorare” questo capolavoro letterario e poi tornare sull’articolo per condividere le stesse incredibili sensazioni che fanno sussultare il cuore tra lacrime e sorrisi.

Una favola allegorica con un messaggio speciale

Jonathan Livingston è un gabbiano pensatore indipendente frustrato dai battibecchi quotidiani per il magro cibo e la pura sopravvivenza all’interno del suo Stormo di gabbiani che non hanno un senso più profondo dello scopo. A differenza dei suoi coetanei, è preso da una passione per il volo di tutti i tipi, e la sua anima si libra mentre sperimenta e impara di più sulla natura del proprio corpo e dell’ambiente per ottenere un volo sempre più perfetto e veloce. Alla fine, la sua mancanza di conformità all’interno del Gregge fa sì che lo bandiscano additandolo(!)come “Reietto”. Imperterrito, Jonathan continua i suoi sforzi per raggiungere obiettivi di volo sempre più grandi, scoprendo di avere una dote tutta sua. Vive una lunga vita felice ed è triste non per la sua solitudine ma perché il resto dello Stormo non conoscerà mai, come lui, tutte le glorie del volo. Nella sua vecchiaia, viene accolto da due gabbiani radiosi che condividono le sue abilità, spiegandogli che ha imparato molto, ma che sono venuti per portarlo “a casa” dove andrà “più in alto“. Jonathan trascende in una realtà, che presume essere il Paradiso, dove tutti i gabbiani si divertono a praticare manovre e velocità incredibili, come lui. Il suo istruttore, Sullivan, spiega che alcuni gabbiani progrediscono verso questa esistenza superiore, ma la maggior parte degli altri vive nello stesso mondo più e più volte. L’anziano gabbiano della comunità, Chiang, ammette che questa realtà non è il Paradiso, ma che il cielo è il raggiungimento della perfezione stessa: un’abilità aldilà di ogni spazio e/o tempo . Improvvisamente, Chiang scompare, per poi riapparire un attimo dopo, mostrando il raggiungimento della velocità perfetta. Quando Jon implora di imparare le abilità di Chiang, l’anziano spiega che il segreto per il vero volo è riconoscere che la propria natura esiste in tutto il tempo e spazio. Jon inizia a seguire con successo gli insegnamenti di Chiang. Un giorno, Chiang si trasforma lentamente in un essere accecante e luminoso e, poco prima di scomparire per l’ultima volta, dà a Jon un ultimo consiglio: “continua a lavorare sull’Amore“. Jon riflette sulle parole di Chiang e, in una discussione con Sullivan, decide di tornare sul suo pianeta natale, per insegnare al suo Stormo originale tutto ciò che ha imparato. Tornando lì, trova un altro amante del volo, Fletcher Lynd, che è arrabbiato per essere stato recentemente “emarginato” dallo Stormo. Jon assume Fletcher come suo primo nuovo allievo. Jonathan raduna quindi un piccolo gruppo di Reietti come studenti volanti, con Fletcher l’allievo stellare, e dice loro che “ognuno di noi è in verità… un’idea illimitata di libertà“. La natura più profonda delle sue parole non è ancora compresa dai suoi allievi, che credono di ricevere solo lezioni di volo di base. Per un mese, Jon li porta coraggiosamente a eseguire acrobazie aeree di fronte allo sconcertato Flock. Alcuni membri dello Stormo si uniscono lentamente ai Reietti, mentre altri lo etichettano come un messia o un diavolo; Jon si sente incompreso. Un giorno, Fletcher muore in una collisione volante. Risvegliandosi in un’altra realtà, sente la voce di Jon che lo prende in giro dicendogli che il trucco per trascendere i limiti del tempo e dello spazio è quello di fare un passo alla volta, non così velocemente. Fletcher viene resuscitato proprio nel bel mezzo dello sbalordito Stormo, alcuni dei quali temono e denunciano la sua ricomparsa soprannaturale, ma Jon insiste sul fatto che deve imparare ad amare l’ignorante Flock. Il corpo di Jon inizia improvvisamente a svanire, chiede a Fletcher di impedire agli altri di pensare a lui come a qualcosa di sciocco come un dio, e dà un ultimo consiglio: “scopri quello che già sai”. Ben presto, Fletcher si trova ad affrontare un gruppo di nuovi studenti desiderosi. Trasmette a Jon i sentimenti secondo cui i gabbiani sono idee illimitate di libertà e i loro corpi nient’altro che il pensiero stesso, ma questo sconcerta solo i giovani gabbiani. Ora capisce perché Jon gli ha insegnato a prendere lezioni lentamente, passo dopo passo. Riflettendo in privato sull’idea di Jon che non ci sono limiti, Fletcher sorride all’implicazione di questo: che rivedrà Jon, un giorno presto.

(io ho letto la vecchia edizione che finiva qui dove vi ho raccontato. In seguito Bach ha aggiunto nell’ultima edizione una parte ulteriore)

Extra: La quarta parte si concentra sul periodo di diverse centinaia di anni dopo che Jonathan e i suoi studenti hanno lasciato lo Stormo e i loro insegnamenti sono diventati venerati piuttosto che praticati. Gli uccelli passano tutto il loro tempo a decantare le virtù di Jonathan e dei suoi studenti e non passano il tempo a volare per il gusto di volare. I gabbiani praticano strani rituali e usano le dimostrazioni del loro rispetto per Jonathan e i suoi studenti come status symbol. Alla fine alcuni uccelli rifiutano la cerimonia e i rituali e iniziano a volare. Alla fine un uccello di nome Anthony Gull mette in dubbio il valore della vita poiché “… La vita è inutile e poiché inutile è per definizione priva di significato, l’unico atto corretto è tuffarsi nell’oceano e annegare. Meglio non esistere affatto che esistere come un’alga, senza senso né gioia […] Doveva morire prima o poi, comunque, e non vedeva alcun motivo per prolungare la noia dolorosa della vita. Mentre Anthony lancia una bomba in picchiata verso il mare, a una velocità e da un’altitudine che lo ucciderebbero, una macchia bianca lampeggia accanto a lui. Anthony raggiunge la sfocatura, che si rivela essere un gabbiano, e chiede cosa stesse facendo l’uccello.

Personalmente mi soffermerei sull’edizione originale. Vedete, il messaggio è tanto semplice quanto universalmente completo. Ma voi tutti non potreste mai seguirlo perché condizionati dalla società moderna. Bach ha scritto qualcosa più grande di lui, e nemmeno se ne è accorto, anche a distanza di anni, soprattutto aggiungendo la quarta parte, che, per quelli come me che hanno letto la vecchia edizione, sarebbe un plus. Ma la curiosità vince sempre. Vi confesso che quando lo lessi, in quel pomeriggio estivo d’agosto minorese(…) piansi come un bambino, ma di gioia. Non provo rancore, niente odio. L’empatia è sì una debolezza oggigiorno, ma è la chiave per comprendere la natura intrinseca di chi o cosa ci circonda. Ho prestato il mio vecchio libro a una persona che reputavo amica, e come un amico lo avevo eletto a fratello che non ho mai avuto, senza immaginare che il suo scopo erano i miei (pochi) soldi e la mia (umile) casa. Non mi pento di averlo aiutato economicamente più volte, perché i soldi non hanno senso, in realtà. Essere traditi fa parte della natura umana, ma mi dispiace sapere che quel libro, fatto di carta, con parole e foto di gabbiani, non lo rivedrò mai più. So che lui non l’ha letto, altrimenti non avrebbe cercato di uccidermi per intascare l’eredità( misera, ve lo garantisco) o se l’ha letto( difficile, è semianalfabeta, so che glielo leggeva un nipote) non ha colto appieno la verità che è palese; ma come si suol dire, “non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere”. Perdonatemi “lo sfogo”. Vi ripeto, grazie a questo libro io non provo odio, e so che ci sono al mondo singolarità eccezionali(ognuno è speciale a suo modo, basta esserne coscienti) che come me si perdono lungo la via, o hanno avuto incidenti di percorso, ostacoli, oppure osteggiate perché ritenute appunto, esseri “reietti”, diversi, difficili da controllare, da comprendere, spesso invidiati e quindi da sbeffeggiare e oltraggiare in tutti i modi. So che la mia invalidità non mi permetterà di continuare con questo lavoro, e la mia scadenza è prossima. Cotidie Morimur diceva Seneca( moriamo ogni giorno), ma io non ho paura di morire una volta e definitivamente, e credo ci sia qualcosa, che ho intravisto anche io come Bach quando ho affrontato la morte clinica diverse volte. Non avendo figli, lascio piccole creazioni artistiche sin da quando ero ragazzo, tra tele, sculture, invenzioni e scritti.

A proposito, dopo aver letto “Il Gabbiano Jonathan Livingston” composi questo versetto istintivamente:

“Vola il gabbiano con intenso brio

Libero come Libero disse Iddio”

E’ quello che lascio. Con un po’ di tristezza ma con tanta speranza, perché so che se anche tu solamente mi leggerai, almeno una persona, una soltanto, avrà avuto senso esistere.

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