Nei giorni scorsi, a Vicenza, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza hanno concluso l’attività di polizia economico-finanziaria nei confronti di una sedicente professionista, che ha operato in qualità di consulente fiscale, già dall’anno 2018, sprovvista di partita IVA e in assenza di titolo che l’autorizzasse quindi all’esercizio della professione. La donna è stata pertanto denunciata alla Procura della Repubblica di Vicenza per esercizio abusivo della professione.
Dall’indagine condotta dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Arzignano (Vicenza) emerge che la sedicente professionista, esercente l’attività nel comune di Cornedo Vicentino ha presentato svariati modelli dichiarativi 730 (almeno 400 pratiche in 5 anni di attività) in un Centro di Assistenza Fiscale abilitato di Valdagno, presso il quale è stata acquisita la lista di ben 97 clienti che, nel corso degli anni, si sono rivolti, anche diverse volte, alla sedicente consulente al fine di ottenere la redazione e la successiva trasmissione della dichiarazione dei redditi, tramite compenso, ma senza il rilascio di un vero documento fiscale. I finanzieri hanno, di fatto, constatato compensi non dichiarati dal 2018 ad oggi per diverse decine di migliaia di euro.
La norma attuale prevede infatti che il modello 730 possa essere presentato al proprio sostituto che ha scelto di prestare assistenza fiscale, a un C.A.F. per lavoratori dipendenti e pensionati o a un professionista abilitato (iscritto nell’Albo dei consulenti del lavoro e in quello dei dottori commercialisti ed esperti contabili). In particolare i professionisti abilitati alla trasmissione telematica delle dichiarazioni devono presentare, alla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate territorialmente competente una preventiva comunicazione contenente l’indicazione, non solo di dati personali, ma anche di requisiti professionali, della partita IVA e dei luoghi dove è esercitata l’attività professionale.
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