Violentata a 14 anni nei bagni di un locale in centro a Verona.
Lei, la ragazzina, era andata in quel locale con un gruppo di amici. Ad un certo punto lui, classe 2003, di qualche anno più grande, secondo l’accusa la porta nel bagno del locale, e con la forza abusa di lei, sul lavandino, intimandole di stare zitta. Poi, a cose fatte, esce dal bagno come se nulla fosse.
La ragazzina racconta tutto agli amici, visivamente sconvolta, e poi ai genitori, che sporgono subito denuncia. Le forze dell’ordine acquisiscono i video delle telecamere del locale. La drammatica vicenda, come riporta il quotidiano L’Arena, è finita davanti al GUP del tribunale di Verona. L’udienza è stata fissata tra quattro mesi.
La notizia è passata inosservata a “causa” del clamore ( a mio avviso più che dovuto) dei funerali di Giulia Cecchettin, eppure merita attenzione per la sconvolgente tragedia avvenuta nei confronti di chi dovrebbe vivere la giovinezza senza la paura di essere violata intimamente, fisicamente, di sentirsi corrotta dentro ed essere stata predata da un criminale approfittatore scelerato.
No, non ci siamo. Appena saputo del fatto ho esclamato automaticamente “XXXXX, mio Dio”.
Non voglio pormi come propositore di leggi, ma ritengo che la violenza sulle donne, specialmente quella sessuale, debba essere punita celermente e con inasprimenti di pena così ingenti da rendere nullo ogni tentativo, persino il pensiero morboso, di compiere un atto del genere.
Innanzi tutto, laddove vi siano giovani, che sia movida o no, dovrebbero esserci forze dell’ordine nelle zone interessate. E sarebbe opportuno anche registrare i comportamenti anomali di individui “particolari”. Non inneggio a uno Stato di polizia, al controllo orwelliano. Ma visti i tempi e i fatti di cronaca ripetuti violentemente, penso che sia meglio perdere un pizzico di libertà( che poi,comunque, anche dal satellite siamo osservati) e guadagnare la sicurezza che ogni persona merita di avere nelle 24 ore della giornata. Soprattutto le possibili vittime di reati.