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“Spolpare” veicoli rubati per rivenderne i pezzi

Due le persone arrestate per riciclaggio. Trovate con le mani sporche di grasso mentre smontavano un autocarro

Un capannone abbandonato lontano da sguardi indiscreti. Utilizzata una struttura che celava una vera e propria officina meccanica per “cannibalizzare ” auto e furgoni rubati e rivenderne le parti meccaniche ed elettriche al mercato nero degli autoricambi. Due sono le persone arrestate, trovate dai Carabinieri con le mani sporche di grasso ( una volta si diceva ” con le dita nella marmellata!”)a Tivoli Terme, provincia nord est della Capitale. 

L’episodio criminoso risale al 30 novembre, quando nel corso di un servizio finalizzato alla prevenzione di furti di autovetture, i Carabinieri della stazione di Tivoli Terme hanno individuato, all’interno di un capannone abbandonato in via dei Laghi, due uomini,  intenti a smontare e “smembrare” un furgone risultato rubato la settimana precedente. Con la perquisizione i militari i militari dell’Arma hanno potuto rinvenire ulteriori nove autovetture, alcune già smontate in pezzi pronti per essere rivenduti nel giro che frutta introiti illegali.

A seguito di accertamenti si è potuti risalire ai legittimi proprietari, i quali hanno tutti sporto regolare denuncia querela per furto. Un’auto rubata è un conto, ma sapere, per il proprietario, che la propria auto è stata pura smembrata, considerando “l’affetto” ( e qui è dissacrazione)che uno prova per il proprio mezzo( che in molti casi è di vero sostentamento)…!

I Carabinieri hanno quindi arrestato i due meccanici – due italiani di 36 e 40 anni – e li hanno accompagnati presso il carcere di Rebibbia, a disposizione della magistratura in attesa del processo che sarà celebrato a loro carico.

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