Aurelio Ambrogio (Lat: Aurelius Ambrosius), meglio conosciuto come sant’Ambrogio (Milano 4 apr. 397) è stato vescovo e poi santo, una delle personalità più importanti nella Chiesa del IV secolo. È venerato come santo da tutte le chiese cristiane che prevedono il culto dei santi; in particolare, la Chiesa Cattolica lo annovera tra i quattro dottori della Chiesa d’Occidente o padri della Chiesa occidentale, insieme a San Firolamo, Sant’Agostino e San Gregorio.
Conosciuto anche come Ambrogio di Treviri per il luogo di nascita, o più comunemente come Ambrogio di Milano, la città di cui assieme a san Carlo Borromeo e San Galdino è il patrono e della quale fu vescovo dal 374 fino alla morte, nella quale è presente la basilica a lui dedicata che ne conserva le spoglie.
Come vescovo, prese una posizione ferma contro l’arianesimo ( cosi come San Nicola) e tentò di mediare il conflitto tra gli imperatori Magno Massimo e Teodosio (e fu un fedele collaboratore, se non anche una fonte di ispirazione per quest’ultimo).
L’operato di Sant’Ambrogio a Milano ha lasciato segni profondi nella diocesi della città.
Già nel settembre del 600 Papa Gregorio Magno parlò del neoeletto vescovo di Milano,Deodato, non tanto come successore, bensì come “vicario” di sant’Ambrogio (equiparandolo quasi ad un secondo “vescovo di Roma”). Nell’anno 881 invece Papa Giovanni VIII definì per la prima volta la diocesi “ambrosiana“, termine che è rimasto ancora oggi per identificare non solo la Chiesa di Milano, ma talvolta anche la stessa città.
L’eredità di Ambrogio è delineata principalmente a partire dalla sua attività pastorale: la predicazione della Parola di Dio coniugata alla dottrina della chiesa cattolica, l’attenzione ai problemi della giustizia sociale , l’accoglienza verso le persone provenienti da popoli lontani, la denuncia degli errori nella vita civile e politica.
L’operato di Ambrogio lasciò un segno profondo in particolare sulla liturgia. Egli introdusse nella Chiesa occidentale molti elementi tratti dalle liturgie orientali, in particolare canti e inni Si attribuisce ad Ambrogio l’inno Te Deum Laudamus , ma la questione è controversa e negata anche da Luigi Biraghi. Le riforme liturgiche furono mantenute nella diocesi di Milano anche dai successori e costituirono il nucleo del Rito Ambrosiano, sopravvissuto all’uniformazione dei riti e alla costituzione dell’unico rito romano voluta da Papa Gregorio I e dal Concilio di Trento.
In dialetto milanese Ambrogio viene chiamato sant Ambroeus (grafia classica) o sant Ambrös (entrambi pronunciati “sant’ambrœs”).
Alla sua figura è ispirato anche il premio Ambrogio d’oro, che è il nome non ufficiale con cui sono comunemente chiamate le onorificenze conferite dal comune di Milano.
Auguri a tutti gli Ambrogio, compreso lo chauffeaur della mitica marca di cioccolatini nocciolati di cui non posso fare il nome per pubblicità!