ll Superbonus, voluto e ancora difeso con pervicacia da Giuseppe Conte e dal Movimento Cinque Stelle, non è stato altro che la più grande mangiatoia di ladri e truffatori della storia d’Italia”. Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia, Francesco Filini, responsabile del programma di FdI. “Per questa ragione Fratelli d’Italia chiederà l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul Superbonus, per fare definitivamente chiarezza ed affinché emergano le responsabilità sul più grande scandalo della stagione di governo giallorosso”, conclude.
Milano da bere ancora
Intanto a Milano, sono 14mila edifici inventati segnalati all’Agenzia delle entrate per creare crediti fiscali da incassare. Cinque società schermo usate per mettere le mani sul denaro pubblico.
Gli immobili venivano scelti casualmente, inserendo dati catastali all’insaputa dei proprietari per far figurare lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica mai avvenuti nella realtà. Veniva a crearsi una “riserva” di crediti d’imposta fittizi per poi passare all’incasso, cercando di “monetizzare”. Oltre 14mila edifici segnalati infatti all’Agenzia delle Entrate, tra cui soltanto 85 realmente esistenti e anche in questo caso proprietari inconsapevoli ed estranei ai lavori legati ai bonus edilizi: dai locali di una parrocchia a Genova a una palestra, condomini, villette e case private.
Mancava solo la cuccia del cane.
Sono gli ingredienti di una mega frode saltata fuori da un’inchiesta della GdF di Milano, coordinata dal P.M. Cristian Barilli e dell’aggiunto Eugenio Fusco, che ha portato al sequestro in due stornate di crediti d’imposta inesistenti per un valore di ben 284 milioni di euro. Otto indagati per le accuse loro contestate, a vario titolo, di accesso abusivo ai sistemi informatici, tentata truffa e truffa ai danni dello Stato. Cinque società coinvolte, senza una reale operatività ma create per mettere le mani sul denaro pubblico. “È stato svolto anche un importante lavoro di prevenzione – ha riferito il procuratore di Milano, Marcello Viola – bloccando un meccanismo che aveva già provocato un danno di 10 milioni di euro per le casse dello Stato”.
L’inchiesta è nata dalla denuncia dell’intermediario finanziario milanese Confidi Systema, vittima di un tentativo di truffa dopo che aveva trovato inseriti nel proprio cassetto fiscale crediti di imposta ceduti per la cifra di 50 milioni. Crediti caricati a nome di una società con sede in Lazio e fatti risultare come “accettati” da Confidi attraverso una intrusione informatica da hacker, compiuta probabilmente attraverso il “furto dell’identità digitale” di uno degli amministratori di Confidi.
Gli indagati sono passati poi all’incasso, richiedendo a Confidi il pagamento, trasformando i crediti in denaro. La società si è opposta e, grazie alla sua denuncia, la Squadra Reati Informatici della Procura e il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle hanno ricostruito l’origine delle agevolazioni fiscali, facendo emergere una frode più larga compiuta attraverso la dichiarazione all’Agenzia delle Entrate di lavori legati ai bonus in realtà mai svolti. “La libera disponibilità del credito illecitamente generato – scrive il GiP Tommaso Perna motivando il sequestro preventivo – può aggravare le conseguenze del reato di truffa”. Un provvedimento d’urgenza su “crediti utilizzabili in qualsiasi momento dagli indagati”, anche alla luce degli ultimi interventi del Governo per lo sblocco dei crediti incagliati.
Nonostante le buone intenzioni, il superbonus è stato lastricato da cemento inesistente ad opera di furboni 110% criminali.
(Fonti: Ansa, il Giorno)