Da come è stato riportato precedentemente nell’elenco sciopero, oggi saranno
Saranno almeno 1,5 milioni le prestazioni sanitarie che potrebbero non essere effettuate per lo sciopero nazionale di ben 24 ore dei medici, dirigenti sanitari e degli infermieri indetto per il 5 dicembre.
La stima è del sindacato dei medici ospedalieri Anaao AssoMed, precisando che sono a rischio di mancata prestazione tutti i servizi, compresi gli esami di laboratorio, gli interventi chirurgici (circa 30mila quelli in programma con probabile rinvio), le visite specialistiche (circa 180mila) e gli esami radiografici (50mila).
“Dopo l’ennesima manovra economica, che ignora le esigenze dei professionisti della salute, mette in discussione i loro diritti acquisiti, e dimentica le necessità della sanità pubblica, è giunta l’ora di scioperare -hanno dichiarato Pierino Di Silverio, segretario Anaao Assomed, Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed, e Antonio De Palma, presidente Nursing up- . Ci vediamo in piazza per esprimere a gran voce tutta la nostra rabbia e la nostra delusione”.
Le prestazioni d’urgenza, come nel caso dei Pronto Soccorso per i casi più urgenti e di grave entità saranno comunque garantiti.
Lo sciopero, proclamato da Anaao Assomed e Cimo-Fesmed, e per il comparto dal sindacato Nursing Up, è iniziato alle 00.00 di oggi5 dicembre e coinvolgerà il 50% dei partecipanti sindacalizzati. Sono almeno 5 le ragioni della protesta: assunzioni di personale, detassazione di una parte della retribuzione, risorse congrue per il rinnovo del contratto di lavoro, depenalizzazione dell’atto medico, cancellazione dei tagli alle pensioni.
In occasione dello sciopero si svolgeranno anche manifestazioni in tutta Italia. I leaders delle associazioni parteciperanno al Sit-in unitario previsto a Roma in Piazza SS Apostoli alle ore 11.30.
i sindacati si sono riuniti con lo slogan “La sanità pubblica non si svende, si difende!”.
Secondo quanto riportato dall’Istat gli italiani rinunciano sovente a cure mediche per problemi economici. Non solo, a questo si aggiunge la mancanza di personale con formazione professionale, lungaggini burocratiche accompagnate da disservizi di ogni tipo, mancanza anche di strumenti scientifici il cui costo a carico dello Stato è sempre grave e utilizzati in modo non idoneo, dislocazione errata di sedi nei comuni non ripartita in maniera logica, e come se non bastasse, il mancato utilizzo di strutture letteralmente abbandonate o non ancora terminate laddove si necessita la presenza della Sanità.
L’esperienza della pandemia da Covid non ha certamente migliorato gli standard qualitativi europei ed esteri dei servizi sanitari. Tutt’ora siamo impreparati ad una nuova emergenza (speriamo non accada, ma la probabilità è grande) di tipo sanitario.
E se Ebola mutasse in una forma patogena virale maggiormente diffondibile?