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Arrestato nel suo ristorante

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l suo ristorante Le Tre Caravelle di Castellammare di Stabia sul Lungomare era diventato un punto di riferimento per gli amanti dei piatti a base di pesce, tanto che recentemente era stato premiato per la qualità delle sue portate

Ma il suo passato di killer, di camorrista e figlio di boss ucciso è tornato irrimediabilmente a galla oggi dopo 18 anni. Luciano Verdoliva, 46 anni, un curriculum criminale di tutto conto si era trasformato in un ristoratore con referenze enogastronomiche molto gradite.

Da stamattina ha lasciato la dolce vita fatta di cavalli, cani e video social per promuovere il suo ristorante e i suoi prodotti eno gastronomici per tornare a fare visita al carcere di Poggioreale. I carabinieri lo hanno arrestato all’interno del ristorante. Non si sa se era intento a preparare qualche delizia culinaria.

E’ lui secondo le accuse di un pentito il killer di Carmine Paolino ucciso nel marzo del 2005 a Scanzano, regno del clan D’Alessandro. L’altro è Antonio Occidente, 50 anni già in carcere da tempo.

 Carmine Paolino fu assassinato perché aveva tradito il clan D’Alessandro

A trovare il cadavere di Paolino in strada fu una passante che immediatamente avvertì i carabinieri. Secondo quanto emerso dalle indagini, Paolino venne ucciso nel corso della faida che iniziò il primo giugno del 2004, tra il clan D’Alessandro e un gruppo scissionista, con l’omicidio di Giuseppe Verdoliva, autista personale del defunto boss Michele D’Alessandro, e padre di Luciano Verdoliva.

Paolino scelse di parteggiare per il gruppo scissionista con a capo gli ex cutoliani scarcerati Massimo Scarpa e Michele Omobono, che però uscì sconfitto da quello scontro. I D’Alessandro decisero però di non farla passare liscia ai traditori, quindi anche Paolino, che nel frattempo era rientrato nel clan malgrado la sua partecipazione, durante la faida, all’omicidio eclatante di un elemento di spicco del clan, Antonio Martone, cognato del defunto padrino Michele D’Alessandro.

 Nel ristorante sequestrati 50 kg di prodotti ittici privi di tracciabilità

Gli investigatori non escludono che Luciano Verdoliva, colui che ha materialmente sparato alla vittima avesse così voluto anche vendicare il padre. Verdoliva è inoltre titolare di un ristorante a Castellammare di Stabia, “Le tre Caravelle” che i carabinieri del Nas hanno ispezionato dopo l’arresto, avvenuto nel locale. Sono stati sequestrati 50 kg di prodotti ittici privi di tracciabilità e comminate sanzioni per 3500 euro. Il ristorante è stato diffidato anche per carenze igienico-sanitarie ma non è stato chiuso al pubblico.

Chissà se entrerà mai nella guida Michelin(TM).

(Fonte: Cronache della Campania)

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