Sembra si sia verificata una presunta discriminazione linguistica nell’aeroporto di Capodichino.
Un testimone ha cosi riferito:
“Il giorno 28 novembre 2023 sto per imbarcarmi da Napoli a Barcellona delle 9.00h. Poco prima dell’imbarco al gate sono stato testimone di un spiacevole episodio. Un passeggero chiede delle spiegazioni sulle dimensioni del bagaglio a mano alla dipendente di una compagnia aerea addetta al controllo imbarchi. La lingua usata dal passeggero era il napoletano. La risposta dell’addetta mi ha lasciato basito: “Non mi parli in napoletano, qui non è consentito. Parli in italiano”.
Fra l’umiliazione e un sussulto di orgoglio il passeggero risponde che lui conosce solo il napoletano. A quel punto ribadisce che “a me non deve rivolgersi in napoletano, mi deve parlare in italiano”, piuttosto che entrare nel merito della questione e dare chiare spiegazioni alla domanda del cliente. Ad un primo momento di spaesamento, subentra un sentimento di indignazione e rabbia. Pertanto intervengo con una domanda retorica: “signorina, ma qui è proibito parlare napoletano?” Per poi continuare, “mi scusi, sa che questa è discriminazione? Si vergogni!!! Si vergogni!!!”, senza ricevere una risposta di scuse né uno sguardo di rispetto. Se quel passeggero avesse parlato in inglese o magari in catalano, avrebbe ricevuto lo stesso tipo di risposta? Lo dubito”, spiega Fabio.
“Il comportamento e la risposta della dipendente della compagnia aerea è certamente una forma discriminatoria nei confronti della lingua e cultura napoletana oltre a denotare una mancanza di capacità di ascolto, elemento essenziale di quelle competenze comunicative che ogni addetto al pubblico deve possedere. Purtroppo non è la prima volta”, conclude, specificando che la lingua napoletana non è un dialetto e non andrebbe discriminata.
Personalmente, venendo a conoscenza di questo strano episodio increscioso, mi domando se la signorina addetta al controllo imbarchi conoscesse almeno l’esperanto o l’hindi, non si sa mai!
Solitamente, e soprattutto a ben vedere e sentire la cultura napoletana è un fenomeno ben accetto in tutto il mondo, tanto da essere ispirazione ed emulazione letteraria e non solo. Da partenopeo nato col mare di Chiaia a pochi passi, penso che determinate persone non solo non hanno rispetto del prossimo, e usano espedienti e scuse per avallare la loro infima mediocrità, ma che sicuramente non apprezzano qualcosa di cosi “vernacolarmente” spontaneo e sincero, gustoso e divertente, a suo modo.
In riferimento a tale episodio, cito un personaggio del quartiere Sanità :” Simm Pan’ e Puparuoli!”( ma va bbuon pure ‘a pummarola)