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Minori migranti, pronuncia della Corte Europea

Per la quarta volta in due anni la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha di nuovo condannato l’Italia per aver violato gli articoli 3, 5 e 13 della Convenzione in quanto ha trattenuto quattro minorenni stranieri non accompagnati in una struttura d’accoglienza per adulti sovraffollata e in critiche condizioni igienico-sanitarie, esponendo i migranti minorenni al rischio di «trattamenti inumani o degradanti», rischio il quale  non può essere derogato da alcuna condizione di difficoltà logistica, neanche in tempo di guerra.

Ecco perché questa decisione della Corte di Strasburgo ” ipoteca “la recente scelta del governo che il 6 ottobre 2023, con il decreto legge n. 133, ha invece pensato di sbiancare” e dare una copertura legale alle prassi non consentite ma ampiamente diffuse negli hotspot: ha stabilito che i minori non accompagnati, di età superiore ai 16 anni, possono essere accolti in centri di accoglienza straordinaria per adulti in caso di mancanza di disponibilità di posti, e quindi per una ragione non connessa alla valutazione dell’ interesse del minore. E questo anche se questi centri per adulti sono oltremodo sovraffollati, senza supporto educativo, di servizi di assistenza legale e psicologica, di insegnamento della lingua italiana.

Ma le motivazioni addotte dalle sentenze della Corte Europea, come quella di adesso sul caso del 2017 a Taranto, avvisano che l’inserimento dei 16/18enni all’interno di strutture specifiche per adulti sarebbe comunque illecito anche con il nuovo decreto legge, in opposizione (anche verso i principi generali della Costituzione Italiana) alle Convenzioni Internazionali e le Direttive europee.

La sentenza CEDU del 23 novembre – che condanna l’Italia per avere detenuto illegalmente nell’ hotspot di Taranto quattro minori stranieri non accompagnati, per non avere evitato quindi rischi di trattamenti inumani e degradanti nel predisporre le loro misure di accoglienza, per non avergli inoltre nominato un tutore e fornito alcuna informazione sulla possibilità di opporre in giudizio la loro condizione – ora non solo impone a carico del Governo l’obbligo di risarcire con un importo di 6.500 euro a testa (più 4.000 di spese legali) i giovani migranti per i danni loro arrecati, ma ad avviso dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione pone altresì un tema di rilevante attualità proprio nella gestione del centro di Taranto: “Nell’hotspot allestito su un parcheggio nel porto, completamente isolato dal contesto urbano e sociale del luogo assolutamente non adatto ad ospitare minori, al momento ci sono ben 185 i minori stranieri trattenuti in assenza di ogni base di supporto legale e di vaglio giurisdizionale, alcuni da molto tempo”.

Questa è la quarta condanna dell’Italia da parte della CEDU in due anni sul tema, con la risposta mitigante che il governo ha dato il 6 luglio scorso, occorrerà vedere in effetti l’esito della procedura tramite la quale il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa sta supervisionando l’attuazione delle sentenze della CEDU

(Fonte:Corriere della Sera)
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