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Giulia Cecchettin: ammissione di omicidio

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E’ durato pochi brevi minuti l’interrogatorio di garanzia nel quale Filippo Turetta, il fidanzato di Giulia Cecchettin ha reso dichiarazioni spontanee cosi come con la polizia tedesca. “Non voglio sottrarmi alle responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto”, ha dichiarato al Gip. Sono previsti prossimamente gli accertamenti da parte del Reparto Investigazioni Speciali di Parma sulla Punto nera e l’autopsia sul corpo della ragazza: saranno fondamentali per contestare anche la premeditazione. Turetta ha dichiarato al Gip: “Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata. Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni e quello che è scattato in me quella sera. Fin da subito era mia intenzione consegnarmi e farmi arrestare. Questa era la mia intenzione”. Il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere su altri elementi inerenti il caso, ed è stato portato via in lacrime una volta concluso l’interrogatorio.

Atto premeditato

Presenti all’interrogatorio di garanzia il Gip, il PM e l’avvocato di Turetta. Aggravanti come la premeditazione, potrebbero avvenire successivamente mentre la procura disporrà gli accertamenti sulla Fiat Punto di Turetta e verrà effettuata l’autopsia sul corpo di Giulia entro questa settimana.

Il legale di Elena conferma: “Turetta ha compiuto stalking”

Per il legale della sorella di Giulia, Nicodemo Gentile, l’omicidio della 22enne “è aggravato da stalking e ha dimostrato di essere un ‘molestatore assillante’. Tale comportamento emerge da diversi elementi precedentemente raccolti, è connotato da molteplici e reiterate condotte che descrivono ‘fame di possesso’ verso la nostra Giulia”. Si tratta, ha sottolineato l’avv. Gentile, di “un assedio psicologico che ha provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia”, aggiungendo anche : “C’è stato un uso padronale del rapporto che ha spinto il Turetta prima a perpetrare reiterate azioni di molestie e controllo, anche tramite chiamate e messaggi incessanti, e poi in ultimo l’omicidio, al fine di gratificare la sua volontà persecutoria”.

Cosa ha dichiarato Turetta alla polizia tedesca

Arrestato dagli agenti della polizia stradale tedesca, Turetta disse: “Ho ammazzato la mia fidanzata. Ho vagato questi sette giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello contro la gola ma non ho avuto il coraggio di farla finita”. Filippo Turetta si era consegnato alzando le mani davanti ai poliziotti che lo avevano fermato per un controllo in seguito alla segnalazione di un automobilista che aveva notato una Punto nera ferma nella corsia d’emergenza dell’autostrada.

La linea difensiva

Ieri il difensore di Turetta ha riferito che non avrebbe presentato istanza al Riesame per chiedere la scarcerazione del giovane o una misura meno afflittiva. Uscito dal carcere di Verona, l’avvocato Caruso ha inoltre dichiarato di non voler anticipare nulla in merito all’interrogatorio “per rispetto dell’autorità giudiziaria”. Turetta ha ammesso l’omicidio con dichiarazioni spontanee.

Gli accertamenti sull’auto

La Fiat Grande Punto nera di Turetta assieme agli oggetti sequestrati al suo interno, come il telefono cellulare verrà riportata in Italia nei prossimi giorni e sarà affidata ai Carabinieri del Ris di parma per le analisi. Nelle indagini della procura di Venezia, condotte dai carabinieri, si attende da parte della magistratura tedesca il via libera all’ordine di investigazione europeo sul sequestro di macchina e oggetti ed in seguito gli investigatori italiani recupereranno auto e materiale sequestrati.

Prima nel reparto Infermeria, poi nella sezione “Protetti”

Turetta è al momento detenuto nel reparto Infermeria del carcere di Verona, dove probabilmente starà ancora per qualche giorno per completare i colloqui e le valutazioni sulla sua psiche. In seguito verrà spostato nella sezione “Protetti”, dove oltre alla sorveglianza a vista contro il rischio di atti di autolesionismo e/o suicidio, non avrà alcun contatto, per la sua tutela , con detenuti in carcere per altri tipi di reati. Il 21enne è stato definito “tranquillo” e ha chiesto di poter leggere libri, di vedere i genitori e ha parlato con il cappellano dell’istituto penitenziario. Su Filippo Turetta pende l’ accusa di omicidio volontario aggravato e anche sequestro di persona.

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