Il numero delle vittime continua a salire. Tra gli ultimi recuperati ancora in vita anche un bambino di 7 mesi, sepolto per 140 ore sotto le macerie. Difficile la situazione in Siria, dove i gruppi ribelli del Nord impediscono l’arrivo degli aiuti governativi. Intanto, su 131 costruttori edili sospettati, oltre 100 ordini di detenzione sono stati emessi dalla autorità turche per violazione delle norme in materia edilizia. Onu: “La fase di soccorso sta finendo”.
Continuano a salire i numeri delle vittime del terremoto che ha colpito Turchia e Siria: si parla adesso di poco meno di 41mila decessi. Di questi, 31.643 nello Stato di Ankara e circa 9.300 in Siria, come reso noto dal responsabile regionale emergenze dell’Oms, Rick Brennan. Mentre si scava tra le macerie per recuperare altri possibili superstiti, il presidente turco Erdogan si è mosso per individuare chi potrebbero essere i responsabili delle migliaia di vittime e degli edifici rasi al suolo. In tutte le zone colpite dal sisma, più di 100 costruttori edili – su 131 sospettati identificati – sono stati arrestati con l’accusa di aver violato le leggi turche in materia di costruzioni introdotte dopo il terremoto del 1999. Intanto, la fase di soccorso sta “volgendo al termine”, come ha dichiarato oggi il capo degli aiuti delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, durante una visita alla città di Aleppo, ne Nord della Siria.