E’ slittata al 20 marzo, per l’assenza del gup Gelsomina Palmieri, l’udienza preliminare a carico delle quattro maestre tirate in ballo dall’inchiesta dei carabinieri sui presunti maltrattamenti dei quali sarebbero rimasti vittime, tra marzo e maggio del 2019, i bimbi di una scuola materna privata ad Airola.
La richiesta di rinvio a giudizio, avanzata dal sostituto procuratore Flavia Felaco, riguarda Anna Paula Maglione (avvocato Fabio Russo), 48 anni, Pasqualina Cerni (avvocato Maria Zollo), 30 anni, entrambe di Airola, Miriana Matera (avvocati Ettore Marcarelli e Pasquale Matera), 31 anni, di Bucciano, Valentina Arabo (avvocati Giovannina Piccoli e Margherita De Masi), 29 anni, di Sant’Agata dei Goti.
L’inchiesta era rimbalzata all’attenzione dell’opinione pubblica nel febbraio del 2020, quando le insegnanti erano state sottoposte al divieto di dimora ad Airola, successivamente revocato, disposto dal gip Loredana Camerlengo .
Ad innescare l’attività investigativa, supportata dalle immagini registrate dalle telecamere installate nell’asilo era stata, nel novembre del 2018, la denuncia della mamma di una bimba. Punto di partenza di un lavoro che avrebbe fatto emergere, secondo gli inquirenti, uno scenario oltremodo preoccupante: bambini e bambine schiaffeggiati al volto, colpiti al capo, capovolti a testa in giù e strattonati perchè piangevano. Istigati a reagire con la ‘stessa moneta’ nei confronti dei compagni che avevano tirato loro i capelli.
Particolarmente inquietante, il dato della stanza nella quale in alcune occasioni sarebbero stati condotti e costretti a sedere dietro alla porta. Condotte che le maestre avrebbero mantenuto o alle quali avrebbero assistito senza intervenire. Diverso il loro coinvolgimento rispetto al numero degli episodi contestati, con quello più alto prospettato a carico di Maglione.
Comparse dinanzi al Gip per l’interrogatorio di garanzia, le indagate avevano compiuto scelte diverse: Arabo aveva risposto, le altre erano rimaste in silenzio, anche se Maglione e Cerni avevano rilasciato dichiarazioni spontanee: la prima aveva negato di aver usato violenza e sostenuto di aver agito solo per calmare i piccoli, mentre l’altra aveva respinto l’addebito di aver messo a testa in giù un bambino, spiegando di averlo soltanto sollevato e di averlo appoggiato sulla sua spalla, per gioco.
Diciotto le parti offese – due di loro, rappresentate dall’avvocato Vittorio Fucci, hanno depositato questa mattina la dichiarazione di costituzione di parte civile -, assistite anche dagli avvocati Pierluigi Pugliese, Mario Cecere e Giacomo Buonanno.
Gli avvocati Pugliese e Cecere precisano però che non si costituiranno parti civili per i genitori di tre piccoli e non saranno presenti al procedimento neanche come parti offese.
Fonte: Ottopagine