In Brasile i sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro hanno fatto irruzione nel Palazzo del Congresso di Brasilia.
La polizia ha utilizzato candelotti di gas lacrimogeni per cercare di respingere le migliaia di militanti di estrema destra, che hanno preso di mira la sede istituzionale una settimana dopo l’insediamento del presidente di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva. L’area intorno al Congresso era stata transennata dalle autorità, ma i bolsonaristi anti-Lula sono riusciti a sfondare i cordoni di sicurezza. Il presidente Lula ha condannato l’attacco “vandalico e fascista” e ha decretato l’intervento delle forze federali, che dopo alcune ore hanno sgomberato i palazzi istituzionali. Anche Bolsonaro ha condannato l’azione, che ricorda l’attacco al Congresso che il 6 gennaio scosse l’America.
Cosa è accaduto
Molti manifestanti sono riusciti a salire sulla rampa del Congresso, sfondando i cordoni di sicurezza, per occuparne il tetto e hanno fatto irruzione nella sede del Parlamento, nell’edificio del Planalto, sede del governo, e anche nell’edificio della Corte Suprema. Solo con l’intervento delle forze federali l’area è stata sgomberata.
Il caos in Brasile ha determinato la risposta delle istituzioni.
“Questo assurdo tentativo di imporre la volontà con la forza non prevarrà”, ha affermato il ministro della Giustizia Flavio Dino. “Il governo del distretto federale afferma che ci saranno rinforzi. E le forze a nostra disposizione sono al lavoro. Io sono nella sede del Ministero della Giustizia”.
Dopo l’assalto in Brasile ai palazzi presidenziali da parte dei sostenitori di Jair Bolsonaro, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso via Twitter la sua condanna di quanto accaduto.
“Sto seguendo con preoccupazione quanto sta accadendo in Brasile – ha scritto -. Ogni atto di violenza contro le istituzioni democratiche deve essere condannato con grande fermezza. I risultati elettorali vanno sempre e comunque rispettati.