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Pensioni, le novità in arrivo a gennaio 2023: dall’importo alla data di pagamento

Con il nuovo anno arriva anche la rivalutazione in base all’inflazione e l’aumento del trattamento mimino: dalla cifra mensile fino al calendario dei pagamenti, ecco cosa c’è da sapere.

Intanto a inizio 2023 la pensione, sia per chi sceglie di riceverla sul conto corrente sia per chi si reca in Posta a ritirarla, non arriverà il primo del mese: l’1 gennaio è infatti festivo e domenicale, dunque l’erogazione partirà dal giorno successivo.

Per chi riceve la pensione sul conto corrente, il primo giorno “bancabile” disponibile è il 2 gennaio: per permettere l’aggiornamento dei sistemi informatici con il nuovo anno, a gennaio il trattamento pensionistico dovrebbe essere accreditato il giorno 3, cioè il secondo “bancabile”.

Le novità per le pensioni del 2023 arrivano dalla Manovra, che è intervenuta sull’adeguamento delle prestazioni all’inflazione già per il nuovo anno: il nuovo meccanismo di perequazione degli assegni, riporta Il Sole 24 Ore, prenderà il posto di quello attuale basato su 3 fasce.

Ma in base a queste percentuali, quanto aumentano gli assegni pensionistici? Facciamo i conti. Il trattamento minimo per il 2022 è pari 525,38 euro. Stando all’inflazione pari al 7,3% nel 2023 e in base alla rivalutazione integrale passerebbero a 563,73 euro mensili. Ma come abbiamo visto la Legge di Bilancio 2023 aggiunge un 20% in più. A questa cifra, quindi, viene applicato un rialzo extra dell’1,5% per un assegno complessivo che arriva a 571,61‬ euro (questo per tutti i percettori di pensioni minime, a prescindere dall’età anagrafica).  Esclusivamente per gli over 75, l’assegno arriva a 600 euro al mese (circa 39 euro in più rispetto al trattamento riconosciuto a tutti gli altri beneficiari).

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