“Lo vorrei spiegare a chi continua a sottovalutare la questione Forche Caudine e Via Nazionale Appia!”
I fatti
Sette rinvii a giudizio e una condanna a 2 anni in abbreviato per l’unico imputato che ha scelto questo rito. Lo ha deciso il gup di Roma al termine dell’udienza preliminare del procedimento per la morte di Elena Aubry, la 26enne deceduta nel maggio 2018 in un incidente in moto in via Ostiense, nella Capitale.
Il giudice ha accolto l’intero impianto accusatorio della procura. Fra gli imputati, accusati di omicidio stradale in concorso, ci sono sei funzionari comunali, tra cui due ultimi direttori del Simu (dipartimento Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana) mentre la condanna a 2 anni in abbreviato è stata emessa nei confronti di Alessandro Di Carlo, responsabile della sorveglianza della ditta vincitrice dell’appalto per la manutenzione della strada.
Il processo per gli altri imputati è stato fissato per il 9 luglio 2024 davanti alla VII sezione penale presieduta dal giudice Federico Bona Galvagno.
Fucci e Aslimitaly
Esistono dei precedenti per cui l’omicidio stradale è imputabile anche a chi non svolge correttamente il lavoro di manutenzione delle strade, o a chi in qualità di istituzione non vigila e di conseguenza non interviene ove necessario farlo.
Aslimitaly, ormai lo denuncia da oltre un anno.
Dopo svariati esposti alla Procura della Repubblica, dopo numerosissime uscite sulla stampa, le istituzioni rimangono in silenzio.
Anzi talvolta ammoniscono telefonicamente, indignate.
E se ci scappasse il morto?
“Cari amministratori, care ditte di manutenzione, l’omicidio stradale è reato. E la manutenzione viaria è competenza vostra. Io fossi in voi, mi preoccuperei!”
Così conclude Fucci.