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Stop agli alert nella crisi di impresa: il governo Meloni proroga la sanatoria del credito d’imposta

Stop agli alert nella crisi d’impresa.

Proroga a fine anno per la sanatoria del credito di imposta ricerca e sviluppo. Soppressione della multa da 100 euro ai no vax. Sblocco dei mutui agli under 35. Sono questi i capitoli di interventi che il governo sta formulando e che diventeranno (tra i pochi) emendamenti alla legge di conversione del decreto aiuti ter all’esame della commissione speciale di camera e senato. Il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per domani alle 14. Il decreto144/2022 deve essere convertito in legge entro fine novembre.

 Tra i principali interventi dunque, oltre la proroga al 31 dicembre, attesa dagli operatori, nella presentazione delle istanze di sanatoria per il credito di imposta ricerca e sviluppo (in scadenza al 31 ottobre), c’è uno stop agli alert da crisi di impresa da parte dell’Agenzia delle entrate.

Con il nuovo codice della crisi di impresa si sono introdotte norme (peraltro già corrette in corsa) per cui imprese con incongruenza fiscali come ad esempio ritardi nei pagamenti, al verificarsi di determinate situazioni possono essere considerate in default.

La norma punta a sospendere l’invio degli alert e rallenta in questo modo il ricevimento da parte dei contribuenti di comunicazioni da parte del fisco. Proprio in queste settimane imprese e contribuenti stanno ricevendo comunicazioni di tal tipo, in una situazione di rincari bollette e crisi di liquidità di non facile gestione. Dunque, la scelta di intervenire sul fronte della moral suasion fiscale, un’attività che, come da previsione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, avrebbe dovuto essere la punta di diamante della precedente legislatura negli interventi per il contrasto all’evasione, attraverso appunto gli incassi da lettere di compliance.

Martedì scorso, peraltro, nel discorso di insediamento alla camera, il premier Giorgia Meloni ha evidenziato che la serrata lotta all’evasione, da attuare da parte del nuovo governo, dovrà essere “accompagnata da una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell’Agenzia delle entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora” .

Un cambio di paradigma sia per quanto riguarda il criterio di calcolo e imputazione dei premi di risultato riconosciuti ai dipendenti delle Entrate sia per quel piano di comunicazioni massive di letterine fiscali che per il Pnrr doveva essere una delle principali fonti di recupero gettito, con oltre due miliardi nel solo 2022.

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