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Governo Meloni, incassa la fiducia del Senato: Renzi, “No a prescindere è sbagliato!”

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Matteo Renzi pone l’accento sulla “sfida del presidenzialismo” durante il suo intervento in Senato prima del voto di fiducia.

“Se la maggioranza vorrà sfidarci sull’elezione diretta del presidente del Consiglio, quello che noi abbiamo chiamato il sindaco d’Italia, noi ci saremo. Il punto fondamentale è che se c’è un’apertura sulle riforme costituzionali, un ‘no’ a prescindere è sbagliato”, ha aggiunto il leader di Italia Viva, votando chiaramente la sfiducia al governo Meloni, e delineando anche le incoerenze dal lato del Pd, come l’utilizzo della parola “merito”.

Ma non risparmia la Meloni, quando le ricorda delle trivelle, delle unioni civili, degli attacchi familiari che non augura a lei stessa.

Il Senato ha approvato la mozione di fiducia al governo presieduto da Giorgia Meloni con 115 voti favorevoli, 79 contrari e 5 astenuti.

Assenti i senatori a vita Carlo Rubbia, Liliana Segre, Renzo Piano, Giorgio Napolitano e i senatori Tatjana Rojc e Tino Magni. “Sono ovviamente soddisfatta”, ha commentato il presidente del Consiglio lasciando Palazzo Madama.

Poi il tweet: “Subito al lavoro per rispondere alle urgenze dell’Italia”.

In un intervento tutto politico lungo 49 minuti, Giorgia Meloni risponde punto a punto alle critiche e traccia la sua ricetta per risollevare l’Italia dalla pesante “eredità” dei governi passati. Il neo-premier promette risposte elencando i tanti problemi del Paese: il tetto al contante, che non frena l’evasione e “penalizza i poveri”, il salario minimo che non risolve il problema dei “bassi salari”, il Pnrr, di cui si è spesa finora la metà dei fondi. E poi la gestione del Covid, le scelte “senza basi” sposando la scienza quasi fosse “una religione”.

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