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Campania: Save the Children, dispersione scolastica al 16,4% e 15-29enni senza scuola, formazione o lavoro al 34,1%

La campanella per la ripresa dell’anno scolastico in Italia e in Campania non suona solo per studentesse e studenti, chiamati al ritorno in classe, ma riserva il suo tono più acuto e allarmante agli adulti e alla politica, per le debolezze di un sistema scolastico che, di fronte alle enormi sfide della crisi in atto, non è in condizioni adeguate per contribuire efficacemente ad invertire il ciclo negativo di povertà materiale ed educativa.

Già prima del conflitto in Ucraina, nel 2021, la povertà assoluta riguardava 1 milione e 382mila minori nel nostro Paese, il 14,2%, in crescita rispetto al 2020 (13,5%). Le conseguenze della crisi energetica e dell’impennata dell’inflazione, che ha un impatto maggiore sullefamiglie meno abbienti e con minore capacità di spesa (+9,8%, contro il +6,1% delle famiglie con livelli di spesa più elevati), sono una grave minaccia e potrebbero sospingere rapidamente un numero ancora maggiore di minori nella povertà Ma l’impoverimento materiale di bambini, bambine e adolescenti, in crescita nonostante gli sforzi compensativi attuati per proteggere categorie e famiglie più esposte, non è che la cornice di un quadro ancora più preoccupante, se possibile, per il loro futuro: l’impoverimento educativo sconta ancora gli effetti di Covid e DAD, soprattutto tra i minori già in svantaggio socioeconomico. Il 9,7% degli studenti con un diploma superiore nel 2022 si ritrova in condizioni di dispersione “implicita”, cioè senza le competenze minime necessarie (secondo gli standard INVALSI) per entrare nel mondo del lavoro o dell’Università, mentre il 12,7% dei minori non arriva neanche al diploma delle superiori, perché abbandona precocemente gli studi, e in Campania si raggiunge il 16,4%. Anche il confronto con l’Europa è pesante, visto che l’incidenza della dispersione scolastica, nonostante i progressi compiuti, in Italia resta tra le più elevate in assoluto dopo quella della Romania (15,3%) e della Spagna (13,3%), ed è ben lontana dall’obiettivo del 9% entro il 2030 stabilito dalla UE. Il numero dei NEET nel nostro Paese, i 15-29enni che si trovano in un limbo fuori da ogni percorso di lavoro, istruzione o formazione, raggiunge il 23,1%, con la punta negativa del 36,3% in Sicilia, ed è addirittura il più alto rispetto ai paesi UE (media 13,1%), segnando quasi 10 punti in più rispetto a Spagna (14,1%) e Polonia (13,4%), e più del doppio se si considerano Germania e Francia (9,2%). In Campania, invece, il dato si attesta al 34,1%, il secondo più elevato dopo quello della Sicilia (36,3%).

Ntr24

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