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NESSUN INTERESSE DI DE GIROLAMO PER LA GESTIONE ASL

 

Hanno insistito perchè venga confermata l’assoluzione stabilita in primo grado per i loro assistiti. Il fatto non sussiste, aveva sentenziato il Tribunale di Benevento nel dicembre del 2020 per l’ex parlamentare Nunzia De Girolamo e Luigi Barone, all’epoca suo collaboratore. Una  decisione che aveva rigurdato anche altre sei persone, impugnata dal pm Assunta Tillo solo nei confronti di sei imputati e per due vicende.

“Anche dall’istruttoria dibattimentale, rinnovata in secondo grado – ha affermato l’avvocato Vincenzo Sguera –, “è emersa con ancora maggiore evidenza la totale estraneità di Luigi Barone rispetto ai fatti contestatigli”. Barone è accusato di concorso in concussione (e turbativa di gara) ai danni di Giovanni De Masi, dirigente dell’Unità Provveditorato, che sarebbe stato ‘invitato’ a sospendere quattro gare già bandite e prossime alla scadenza e a lasciare l’incarico ricoperto”.

“Tutti i testi ed i coimputati ascoltati in aula – ha proseguito –hanno confermato di non aver mai visto o sentito Luigi Barone chiedere lo spostamento di De Masi Giovanni ad altro incarico. Come pure, alcuna responsabilità può essere addebitata a Luigi Barone in merito alla paventata turbativa d’asta avente ad oggetto le gare bandite dall’Asl”.

E’ giunto alle stesse conclusioni anche l’avvocato Domenico Di Terlizzi, uno dei difensori di De Girolamo, alla quale vengono addebitate, oltre alla concussione a De Masi, anche una tentata concussione prospettata in relazione al passaggio di gestione del bar del Fatebenefratelli dalla ditta ‘Mario Liguori srl’ a Giorgia Liguori, cugina della deputata. Di Terlizzi ha ripercorso le tappe dell’indagine, criticandone la conduzione e mettendo ancora nel mirino le registrazioni effettuate da Felice Pisapia nell’abitazione paterna di De Girolamo nell’estate del 2012. .

“Sono cominciate – aveva ricordato durante l’arringa nel processo di primo grado – il 21.06.2012 come forma di vendetta per la denuncia presentata nei suoi confronti dal dottore Rossi  per i mandati di pagamento”. Aveva aggiunto all’epoca che “l’unica colpa addebitabile a “Nunzia” è non aver ceduto alle pressioni del Pisapia, il quale ha visto in questo processo la migliore occasione possibile per vendicarsi tanto nei confronti di chi lo aveva smascherato quanto di chi non lo aveva protetto”. 

Il legale ha escluso qualsiasi interesse di De Girolamo alla gestione dell’Asl, spiegando che “la causale di tutti gli incontri era solo ed esclusivamente appianare le divergenze tra Rossi e Pisapia che stavano bloccando l’operatività della Asl”. De Girolamo aveva un solo obiettivo: “Dare risposte al territorio in ordine ad impellenze e necessità evidenziate anche da tantissimi sindaci (di ogni estrazione politica) bloccate dalle incomprensione e dai litigi tra i due”.

Il programma prevede il 19 luglio l’intervento dell’avvocato Giandomenico Caiazza, sempre per De Girolamo, poi il 13 settembre, dopo le repliche delle parti, arriverà la sentenza, che riguarderà anche l’ex direttore generale Michele Rossi (avvocato Roberto Prozzo), Felice Pisapia (avvocati Vincenzo Regardi e Claudio Botti), ex direttore amministrativo dell’Asl, Arnaldo Falato (avvocato Mario Verrusio), ex responsabile budgeting, e Giacomo Papa (avvocato Salvatore Verrillo), chiamato in causa come collaboratori della deputata.

Come è noto, l’accusa ha proposto 6 anni per De Girolamo e Rossi per tentata concussione e concussione, 5 anni per Papa, Barone, Pisapia e Falato, per concussione.

Per le parti civili gli avvocati Gerardo Orlando (Fatebenefratelli), Natale Polimeni (Sanit), Giovannina Piccoli (per De Masi) e Annamaria Ziccardi (Asl).

Fonte: Ottopagine

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