Mentre Di Maio batte Conte all’ultimo giro di boa, il Premier Draghi invia le armi in Ucraina, la disoccupazione sale e acquistare un kg di pane è diventato proibitivo.
Con la guerra in Ucraina la situazione economica del nostro Paese è evidentemente cambiata.
Chiaro è, che ognuno di noi, moralmente parlando, si lascia trasportare dagli eventi che hanno dilaniato la vita della popolazione ucraina.
Ma non possiamo mentire a noi stessi: almeno una volta, durante tutto il confitto ancora in corso, abbiamo pensato: “Perchè non mollano?”
Non mollano perchè l’Ucraina quella indipendenza se l’è sudata.
In Italia intanto..
In Italia intanto, la situazione sembra degenerare giornalmente.
E’ diventato impossibile fare un pieno all’auto, perchè diventa meno proibitivo andare a cena fuori.
E’ diventato impossibile programmare una spesa per le necessità di una famiglia media di 4 persone: i prezzi mutano giornalmente e non accennano a calare.
E’ impossibile, ma da tempo, programmare un futuro degno di questo nome.
Il tasso di disoccupazione giovanile è salita al 24,5%.
I giovani sono disillusi e non trovano motivazioni nella formazione, perchè sanno già di dover lasciare la propria casa per sognare la vita desiderata.
Il sistema meritocratico, ormai in disuso nel nostro Paese, ha trovato la sua più grande espressione in provvedimenti politici quali, ad esempio, il reddito di cittadinanza.
Lo stesso reddito di cittadinanza che, dal momento in cui è stato approvato, ha forse, ridato qualche briciola di dignità alle famiglie meno abbienti.
Ma solo qualche briciola, se consideriamo che ancora ieri dopo quasi 5 anni dall’attivazione della misura, sono stati conteggiati circa 29.000 falsi poveri, che ne usufruiscono indebitamente.
Cosa vuol dire “usufruirne indebitamente”?
Vuol dire che, chi ne ha davvero bisogno, è rimasto alla fine della lista, come sempre.
Lo stesso sistema meritocratico che ha permesso decreti come quello di Quota 100.
Quota 100 è quel sistema di accesso alla pensione che permette di anticipare l’uscita dal posto di lavoro.
In che modo?
La somma tra l’età del lavoratore e il numero di anni di contributi versati, deve essere 100.
Ma è stata evidentemente un flop.
Tra il 2019 e il 2021: 380 mila domande accolte per una spesa di circa 23 miliardi.
Quale è il futuro del nostro Paese?