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LONG COVID IN CAMPANIA: I NUMERI

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Omicron o non Omicron il Long Covid continua a perseguitare anche dopo la guarigione tra il 5 e il 10% dei pazienti campani, con la Regione che pero’ attivato servizi dedicati per prestare loro assistenza. Anche se la fine dello stato di emergenza non ha cancellato il virus, ha ridotto la paura nei suoi confronti e gli assistiti sono tornati a bussare alle porte degli ospedali, mettendo a nudo i problemi di sempre: carenza di personale e difficolta’ organizzative. Il tutto con le problematiche poste dalla necessita’ di conciliare i percorsi dei pazienti Covid con quelli non Covid, che comunque distraggono personale e letti, mettendo in difficolta’ le strutture. A fotografare lo stato di affanno della rete ospedaliera della Campania nell’era post-emergenza e’ la Survey lanciata da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri durante il suo Congresso in corso a Roma. Tornando al Long Covid i pazienti che non si liberano dei postumi dopo essersi negativizzati sono tra il 5 e il 10%. In media quindi quasi un paziente su dieci ne e’ afflitto e i percorsi che sono stati creati per l’assistenza dei pazienti Long Covid sembrano essere sufficienti. Il sintomo piu’ diffuso resta quello della stanchezza cronica, seguita dalle difficolta’ respiratorie e dalla cosiddetta ‘nebbia cerebrale’. L’eta’ media dei casi e’ tra i 30 e i 60 anni. Da notare come con la variante Omicron e’ rimasta sostanzialmente invariata la percentuale di pazienti Long Covid. E come invece si registra una lieve recrudescenza delle malattie infettive rispetto al periodo pre pandemico. “Molti reparti di Medicina interna della nostra regione cominciano ora a tornare alla normalita’. Ora che moltissime unita’ operative della regione hanno un Direttore vincitore di concorso pubblico il pensiero unanime e’ quello di costruire percorsi condivisi”, afferma Maria D’Avino, Direttore UOC Medicina Lungodegenza/Medicina Covid 2 AORN A. Cardarelli e Presidente Fadoi Campania.

Fonte: Ottopagine

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