I dati diffusi dal ministero della giustizia certificano che negli ultimi dieci anni il numero dei processi pendenti in materia penale è sostanzialmente stabile, intorno al milione e mezzo, mentre in materia civile si è registrato un dimezzamento delle cause pendenti oltre i termini della ragionevole durata del processo previsti dalla legge Pinto, cioè quelle ultra triennali in primo grado e ultra biennali in appello.
Di contro, in Cassazione l’arretrato ultrannuale è sostanzialmente stabile.
Negli ultimi anni, infatti, il legislatore ha fatto di tutto per evitare che i tribunali abbiano cause in entrata: dalla mediazione obbligatoria ex dlgs 28/2010 alle negoziazioni assistite (per esempio separazioni e divorzi senza figli), all’arbitrato bancario-finanziario.
I procedimenti definiti, cioè quelli che si sono chiusi grazie al servizio giustizia hanno un andamento decrescente; quindi, anche la modesta riduzione dell’arretrato è causata solo dalla diminuzione del numero delle cause in entrata.
ALESSANDRO FUCCI, L’ESPERIENZA LAVORATIVA E PERSONALE, CON I TRIBUNALI
“Qualsiasi siano le riforme pensate, studiate e strutturate, la magistratura continua ad essere una casta, una lobby che mai renderà giustizia a chi lo merita. Stiamo lavorando con il mio staff ad un caso importante di insabbiamento dell’omicidio di un ragazzo, avvenuto ormai 20 anni fa, circa. Con una serie di prove a carico dello “scagionato”, stiamo ancora combattendo per far riaprire il caso. ” Incalza Fucci, che presiede l’associazione Liberi Imprenditori che si occupa con lo staff legale, di malagiustizia e sovra indebitamento delle aziende.
“Se poi devo entrare nel personale, non ne parliamo. Sono tre anni che attendo una sentenza, con una perizia giurata di parte che mi scagiona completamente da questa pantomima giudiziaria nella quale sono stato coinvolto.”
“Il mio consiglio? Cercate “gli angeli in Paradiso”, e se non ce li avete, denunciate, tutto e subito, la malagiustizia è un cancro difficile da estirpare!”
