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VERIFICHE SUI CONTI CORRENTI,CONTESTAZIONI IN ARRIVO

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Il fisco può contestare come ricavi in nero i versamenti ingiustificati sul conto dell’impiegato. A rischio verifica non solo i rapporti bancari di imprese e professionisti ma anche dei lavoratori dipendenti.

È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con l’ordinanza 10187 del 30 marzo 2022, ha accolto in pieno il ricorso dell’Agenzia delle entrate.

In altre parole, spiega ancora la Cassazione nel passaggio successivo, la presunzione dettata in materia di imposte sui redditi, omologa a quella stabilita dall’art. 51, decreto del presidente della Repubblica n. 633 del 1972 in materia di IVA, consentendo di riferire a redditi imponibili, conseguiti nell’attività economica svolta dal contribuente, tutti i movimenti bancari rilevati dal conto, quali gli accrediti, come ricavi; trattasi di presunzione legale “juris tantum” che consente di considerare come ricavo riconducibile all’attività professionale del contribuente qualsiasi accredito riscontrato sul conto corrente del medesimo, e comportante l’inversione dell’onere della prova, spettando a quest’ultimo di superare detta presunzione offrendo la prova liberatoria che dei movimenti sui conti bancari egli ha tenuto conto nelle dichiarazioni, o che gli accrediti registrati sui conti non si riferiscono ad operazioni imponibili, occorrendo all’uopo che venga indicato e dimostrato dal contribuente la provenienza dei singoli versamenti.

Fonte Cassazione.net

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