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La riforma fiscale perderà pezzi

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La riforma fiscale perderà pezzi.

Sulla richiesta di modifiche a costo zero come rateizzazione degli acconti e abolizione della ritenuta d’acconto, si valuta la strada dell’inserimento nel decreto semplificazione delle norme che non hanno trovato spazio nella legge delega e sono presenti nelle richieste di modifiche presentate ieri ai tavoli bilaterali.

Intanto ieri dalle riunioni di maggioranza con i rappresentanti del governo è emerso un altro tema che rischianuove frizioni: flat tax. La lega chiede, nei suoi desiderata, l’innalzamento fino a 100 mila euro del regime di vantaggio, il M5S è in linea prevedendo però una exit strategy di due anni perchi dovesse superare i paletti, apre il Pd a un ragionamento sulla misura mentre arriva categorico il no di Leu, insomma visioni non proprio semplicissime da portare a comun denominatore. Si è chiesto un cambio di passo nei rapporti tra governo e parlamento, niente più ultimatum come sul catasto anche se la Lega annuncia ancora battaglia sia in aula sia al Senato. Per quanto riguarda la Flat tax la lega rilancia la sua proposta: «Estendere la flat tax per gli autonomi fino a 100 mila euro di fatturato, con un’aliquota al 20%». chiede il duo fiscale della Lega Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli. I quali elencano anche «l’estensione della cedolare secca sugli affitti commerciale a tutti gli immobili; la rateizzazione degli acconti fiscali, che di solito si pagano a novembre, nei 12 mesi successivi, con l’abolizione della ritenuta d’acconto per i professionisti: un’iniziativa, quest’ultima, che ha già avuto il parere favorevole di Eurostat». Per Vita Martinciglio, capogruppo M5S, oltre la proposta sulla flat tax, chiamata easytax, c’è da spingere sul cashback fiscale delle detrazioni sulla app Io. Sulla questione forfettario taglia corto Luca Pastorino di Leu: «Non è accettabile l’allargamento del regime forfettario, la formulazione della delega va bene così». Prova la strada della mediazione Gian Mario Fragomeli Pd: «Sulla flat tax siamo disponibili al confronto, ma va rivista per favorire un rientro nel regime ordinario e progressivo» e si appella al governo per il difficile compito della sintesi. I tavoli bilaterali avviati ieri e che si concluderanno oggi con FI hanno però il sapore di un déjà-vu.Dopo i lavori della bicamerale sulla riforma dell’Irpef, dopo il report di giugno, dopo la stesura della legge delega, a ieri i gruppi di maggioranza hanno nuovamente presentato una lista di desiderata. La Uil ha chiesto di essere convocata in audizioni. Tutto sembra far pensare che non si abbia fretta.

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