Il 14 dicembre scorso (considerati anche i 5 giorni di tolleranza) era il termine ultimo stabilito per versare tutte le rate di rottamazione-ter a saldo e saldo e stralcio scadenti nel 2020 e 2021 e sospese durante la pandemia.
Secondo i dati forniti dal sottosegretario al ministero dell’economia, Maria Cecilia Guerra, il 43% dei contribuenti non è riuscito a saldare il proprio debito. Si tratta di circa mezzo milione di imprese e lavoratori autonomi che ora stanno ricevendo dall’Agenzia delle entrate l’intimazione a versare il dovuto entro 5 giorni, senza alcuna possibilità di ulteriore dilazione, pena l’avvio immediato di azioni esecutive. In ballo ci sono 2,4 miliardi di somme non riscosse, ma soprattutto la tenuta del sistema economico. Ovviamente in Parlamento si sta cercando una soluzione, l’ipotesi più accreditata sembra essere quella di una riapertura dei termini da inserire con un emendamento al decreto legge Sostegni ter, ma al ministero dell’economia sembrano contrari, non si vuole andare ad un ulteriore sfondamento di bilancio, inoltre molti nel governo tendono a fare l’equazione rottamazione uguale sanatoria uguale condono. C’è quindi anche una pregiudiziale ideologica da superare.