I professionisti lanciano un «salvagente» al super bonus 110%: le cessioni dei crediti (multiple) vanno mantenute, perché una minima parte delle truffe è riconducibile all’agevolazione. E, dunque, per arginare gli illeciti la carta vincente è affidarsi ai «controlli preventivi» degli esponenti delle categorie abilitate al rilascio di visto di conformità e asseverazioni tecniche, anche per scongiurare un «lockdown dell’edilizia». È la presa di posizione assunta ieri, in commissione bilancio al Senato, dai rappresentanti delle aree tecniche ed economico-giuridiche coinvolte nell’attuazione dei lavori all’insegna dell’efficientamento energetico e per la rigenerazione degli edifici, il cui costo è «alleggerito» dagli incentivi fiscali, uno su tutti il super bonus: l’articolo 28 del decreto 4/2022 (il «Sostegni ter») che modifica la disciplina dello sconto in fattura e della cessione dei crediti d’imposta, escludendo la facoltà di successiva cessione a favore dei primi cessionari, «rischia di eliminare, o comunque ridimensionare notevolmente, il mercato», hanno evidenziato, a nome della Rete delle professioni tecniche (Rpt), i presidenti dei Consigli nazionali degli ingegneri e dei geometri Armando Zambrano e Maurizio Savoncelli, convinti che, «senza lo strumento della cedibilità del credito, dunque senza il supporto del sistema bancario», lo strumento non abbia «possibilità di sopravvivenza».