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Un Pnnr che corre, ma ce la farà l’Italia a completare “il livello finale” per fine anno?

Un Pnrr che va di gran carriera, con 35 su 51 obbiettivi chiave completati.

Ma per una ripresa solida gli investimenti pubblici e comunitari non bastano: servono anche investimenti privati. Lo ha detto il ministro dell’economia Daniele Franco, intervenuto ieri al Rome Investment forum, l’evento organizzato a Roma dalla Febaf (Federazione banche assicurazioni e finanza) in collaborazione con Bloomberg sulle sfide e le opportunità per gli investimenti di medio e lungo periodo nei vari settori strategici, insieme al commissario europeo all’economia, Paolo Gentiloni.

Nonostante le criticità, il percorso della ripresa italiana sembra procedere positivamente: «al momento abbiamo raggiunto 35 tappe milestone delle 51 prefissate dal piano da raggiungere entro l’anno. Rispettare le scadenze è cruciale perché il completamento delle riforme previste misurate con milestones è legato al pieno ottenimento degli esborsi di Next Generation Ue. Per questo ci serve una pubblica amministrazione in grado di monitorare e valutare i progressi sui provvedimenti e i progetti, oltre che elaborarli e presentarli», ha spiegato il vertice del Mef. «Per l’Italia il Pnrr è una opportunità importante», ma, ha messo in evidenza il ministro, il suo successo «sarà di beneficio anche per l’Ue, rafforzando la coordinazione nei prossimi anni. Se dovessimo fallire ci sarebbe l’effetto contrario. L’Italia ha quindi una doppia responsabilità: una politica, oltre che economica, nel processo di integrazione europea». Una sfida quella del Pnrr che anche il commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni ha confermato essere «fra le più ambizione in termini di obiettivi».

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