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Effetto Covid, 500 mila dimissioni volontarie e il paradosso del lavoro che non si trova

Per domani a mezzanotte è fissato un appuntamento che tanti sembrano aver dimenticato. Eppure era stata un’ossessione italiana per mesi. Dal primo novembre finisce l’unico blocco dei licenziamenti mai deliberato nella storia della Repubblica dopo quello siglato dai fondatori sulle macerie del fascismo nell’estate del 1945. Il regime attuale era partito nel febbraio del 2020. Era poi terminato a fine giugno scorso per le imprese medio-grandi della manifattura e dell’edilizia.Così i primi divieti stabiliti all’inizio della prima ondata pandemica erano venuti meno a seguito di un negoziato snervante fra governo, partiti di maggioranza e sindacati. Quel passaggio riguardava quattro milioni di lavoratori e mobilitò l’Italia per settimane. Questo invece riguarda oltre dieci milioni di lavoratori eppure avviene nel silenzio, come in silenzio quasi mezzo milione di persone si sta licenziando ogni tre mesi oggi. L’unico segno della svolta di fine ottobre si è avuto con il prolungamento della cassa integrazione Covid (gratis per le imprese) di due o tre mesi per alcuni settori vulnerabili: tessile, pelletteria, abbigliamento, oltre a commercio, artigianato o a tutti i servizi fra i quali l’accoglienza e la ristorazione. Chi attiva la cassa Covid, per quella durata di tempo, non potrà licenziare.

Fonte il Giornale

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