A conti fatti, si possono considerare i grillini scissi, se non spappolati, in tre filoni.
A voler essere precisi, bisogna citare un quarto segmento, forse il più importante fra tutti, che mette insieme gli ex, valutabili ormai a milioni e sono coloro che pensano di esprimere l’antipolitica, o l’hanno già espressa, con il non voto; coloro che si sono dimessi senza accasarsi; coloro che vorrebbero trovare una nuova strada comune con altri reduci.
Vediamo i tre settori pentastellati.
La suddivisione è semplice:
Con Giuseppe Conte si ritrovano i 5s che sono pronti a qualsiasi alleanza, locale o nazionale, organica o casuale, col Pd;
C’è altresì una fetta, di cui poco si parla salvo accennare al suo eponimo, ossia Luigi Di Maio, pronta a tutto, compreso un nuovo accordo con la Lega;
Terza componente è la corrente,di Virginia Raggi, l’unica che abbia lottato da sé e per sé fino in fondo, spuntando in Roma quasi il 20%.
Insomma è una vera e propria disfatta del movimento, un movimento che urlato allo strapotere dirigenziale del Pd negli organi di Stato, e oggi vi si allea a qualsiasi costo.
Bisogna dunque dire, che Virginia, da tutta questa bancarella del torrone, ne esce sconfitta ma con onore, quanto meno l’onore di aver portato alla disfatta la Capitale d’Italia, esattamente nelle corde del Movimento, una netta incapacità a governare ed amministrare, perchè del resto vi ricordo, che nessuno di loro lo aveva mai fatto prima della ribalta di quel maledetto 2018.