Ci sarà il ripescaggio dei debitori che decadranno dalle rate della pace fiscale. Ci saranno dilazioni della riscossione (che vede in alcuni casi concentrate fino a 20 rate a fine mese). Le modalità sono in discussione in queste ore, l’intervento potrebbe arrivare già oggi con il decreto legge all’esame del consiglio dei ministri o a ottobre con un decreto che accompagnerà la manovra 2022. Mentre sulla nuova sospensione della notifica delle cartelle si ragiona su una notifica a effetto ritardato, cioè un invio dell’atto con efficacia differita nel tempo. Da un lato ci sono le riflessioni sui nuovi assetti e le nuove norme per far funzionare la macchina del recupero crediti dello stato dall’altra, causa anche pandemia, ci sono ingorghi di scadenze che rischiano di far saltare i conti e la liquidità delle imprese. L’appuntamento da incubo è appunto quello del 30 settembre, in cui per i vari slittamenti di sospensioni causa Covid-19 molti contribuenti saranno chiamati a saldare fino a 20 rate dei piani di dilazione. E se non si paga? Il rischio è di essere bollati come cattivi debitori fiscali con problemi di accesso ad appalti, gare, conseguimento del Durc e accesso al credito delle imprese. In molti, in queste ore, stanno pianificando con i propri consulenti di salvare capra e cavoli pagando 10, 11 rate; il giusto per non «decadere», perdere cioè ogni diritto alla dilazione. L’amministrazione conosce bene l’azzardo fiscale delle scadenze, i rinvii arrivano o sotto termine o a termini scaduti per riuscire a far cassa con il maggior numero di contribuenti possibile e solo successivamente fare un intervento in sanatoria.