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PNRR: RISCHIO INFILTRAZIONI CAMORRISTICHE

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Il Recovery Plan è a rischio infiltrazioni da parte della criminalità organizzata e il decreto sul Pnrr, che proroga fino al 2023 la limitazione della responsabilitá per colpa grave, ha creato una sacca d’impunità. A lanciare l’allarme è stato il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, in un’intervista a La Stampa. “I meccanismi di spesa del Recovery plan italiano contengono potenziali sacche di impunità. L’ha detto Draghi: dobbiamo spendere in modo onesto e veloce. Governo e Parlamento hanno creato un sistema abbastanza condivisibile: cabina di regia, controllo del ministero dell’Economia, un’unitá speciale che riferisce direttamente all’Ue. E poi ci siamo noi, che rappresentiamo un controllo esterno e neutrale”, ha aggiunto Carlino sottolineando che sull’uso dei fondi europei pre-pandemia “ci sono stati miglioramenti, ma scontiamo ancora due problemi: non riusciamo a spendere una quota minoritaria ma non insignificante di fondi europei; e tra quelli che spendiamo, una parte non indifferente è intercettata dalla criminalitá per finalitá illegali”. “Per non perdere le risorse del Pnrr, non basterà dimostrare di aver effettuato la spesa, bisognerà anche rendere conto del risultato ottenuto” anche perché “nel primo caso, il controllo è solo contabile e documentale. Nel secondo, è molto piú incisivo e penetrante, con ispezioni e verifiche sul campo. Per esempio: un conto è verificare le fatture pagate per realizzare un’opera; un altro conto è verificare che l’opera sia stata davvero realizzata, che sia conforme al progetto, che funzioni e che produca il risultato per cui è stata finanziata”, ha precisato il numero uno della Corte dei Conti sottolineando che “abbiamo molti modi di farci sentire. Innanzitutto il Pnrr prevede controlli sulla spesa interni all’amministrazione. Ebbene: noi controlleremo i controllori.”

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