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NUOVE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI SPETTACOLO: LA SVOLTA

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Un registro nazionale per i lavoratori dello spettacolo, nuovi ammortizzatori sociali, un osservatorio dedicato e la riorganizzazione degli strumenti di sostegno economico temporaneo.Sono solo alcune delle novità previste dal disegno di legge «delega al governo e altre disposizioni in materia di spettacolo», il cui iter è partito nelle commissioni 7^ e 11^ del Senato lo scorso 14 settembre con l’intervento dei relatori Nunzia Catalfo (M5s, ex ministro del lavoro) e Roberto Rampi (Pd). Il ddl ha da poco ricevuto l’ok con alcune osservazioni da parte della Conferenza stato regioni. Gli interventi dei relatori, oltre a illustrare alcune parti del provvedimento, hanno trovato terreno comune nella discussione sulla clausola di invarianza finanziaria prevista dalla legge. Secondo Rampi, la clausola è uno dei temi problematici del testo e deve essere considerata «alla luce della prevista revisione complessiva degli ammortizzatori sociali e dell’esigenza di strumenti idonei a fronteggiare la discontinuità del lavoro che caratterizza il settore, che è stata oggetto di molte sollecitazioni nel corso delle audizioni», come si legge nel resoconto dei lavori della commissione sul sito del Senato. L’esame del provvedimento è stato quindi rinviato a prossima seduta.

Il ddl si compone di quattro articoli:

L’articolo 1 è quello che delega il governo ad adottare uno o più decreti legislativi «per il riordino e il coordinamento delle disposizioni legislative e regolamentari vigenti in materia di spettacolo», come si legge nella relazione tecnica al ddl. Attenzione speciale dovrà essere dedicata a una revisione complessiva degli ammortizzatori sociali, anch’essa da realizzare attraverso la pubblicazione di uno o più dlgs. Focus sugli strumenti di sostegno economico temporaneo «tenuto conto del carattere strutturalmente discontinuo delle prestazioni lavorative». Il governo dovrà quindi aggiornare e definire i requisiti di acceso agli strumenti di sostegno, stabilendo il limite massimo annuo di reddito, di prestazioni lavorative e le varie incompatibilità.

L’articolo 2 introduce il nuovo registro nazionale dei professionisti operanti nel settore dello spettacolo, che dovrà essere articolato in sezioni secondo le categorie professionali «anche al fine di riconoscerne e valorizzarne le diverse specificità». La finalità del registro «è quella di conferire maggiore identità agli appartenenti alle categorie di lavoratori operanti nel campo dello spettacolo». Il registro sarà consultabile sul sito del Ministero della cultura che dovrà emanare un decreto per definire i requisiti e le modalità di iscrizione.

L’articolo 3 porta delle modifiche all’Osservatorio sullo spettacolo; nel dettaglio, lo stesso potrà stipulare convenzioni con le università al fine di ospitare tirocini formativi curriculari.

L’articolo 4, infine, prevede che l’Inps, entro 120 giorni dall’entrata in vigore del testo, provveda ad attivare sul proprio portale web «specifici servizi di informazione in favore degli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo, ivi conclusa la consultazione dell’estratto conto contributivo, anche con riferimento alle attività svolte all’estero.

Il ministro della cultura Dario Franceschini aveva poi annunciato la definizione di nuove tutele per artisti e operatori. Ora, dopo l’approvazione parlamentare, ci sarà la delega al governo anche se i tempi stringono visto che la legislatura ha il suo termine naturale nel marzo del 2023.

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