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GENOVA,CAMILLA I SUOI 18 ANNI, ATRAZENECA E IL RESTO DELLA STORIA-Ricordare è cosa buona e giusta-

È morta all’ospedale San Martino di Genova Camilla Canepa, la 18enne di Sestri Levante ricoverata la scorsa settimana per una grave trombosi al seno cavernoso e conseguente emorragia cerebrale.

Ma andiamo indietro nel tempo, nei giorni che precedono il ricovero di Camilla.

I FATTI

Camilla, come tanti suoi coetanei, ha risposto ad un open day vaccinale il 25 maggio e si è recata all’hub vaccinale di riferimento, le fu somministrato Astrazeneca.

Il 3 giugno successivo si recò al pronto soccorso lamentando cefalea e fotofobia, è stata sottoposta a tac cerebrale ed esame neurologico, entrambi negativi.Fu dimessa con raccomandazione di ripetere gli esami ematici dopo 15 giorni.

Il 5 giugno Camilla arriva in Ospedale con deficit motori ad un emilato. Sottoposta a Tac cerebrale con esito emorragico, è stata immediatamente trasferita in neurochirurgia. Già il giorno successivo Camilla era stata operata prima per la rimozione del trombo, poi per ridurre la pressione intracranica. Nei giorni successivi la situazione della ragazza in rianimazione era rimasta grave ma stabile, ed era scattato il periodo di osservazione per dichiararne la morte cerebrale.

I genitori dopo l’accaduto, hanno acconsentito alla donazione degli organi, così come avrebbe voluto Camilla.

LE MIE OSSERVAZIONI

Pochi dicono che Camilla, aveva probabilmente una patologia pregressa alle ovaie, chiaramente sconociuta sia dalla ragazza stessa, che dai familiari.

Pochi dicono che magari, se c’è stato un errore, è quello di chi con sufficienza l’ha dimessa dopo la visita in pronto soccorso del 3 giugno, sapendo che le avessero somministrato un preciso vaccino, il più chiacchierato d’Europa.

Pochi ricordano, di quando ufficialmente dall’AIFA, dall’Ema, e non so più da chi altro, fu consigliata la somministrazione di Astrazeneca agli over 60, perchè anche se irrisorio e quasi ridicolo il numero, 1 trombo su 100 mila somministrazioni, riguardava comunque età inferiori ai 60 anni, e soprattutto donne, giovani donne.

Pochi ricordano di quando durante la normale somministrazione vaccinale agli over 80, gli stessi si rifiutavano di ricevere Astrazeneca, e di conseguenza gli operatori sanitari che non avevano la facoltà di “obbligare”, passavano oltre, relegando quel vaccino a chi coraggiosamente e facendo la cosa giusta, negli open day ha risposto “presente”, ogni ragazzo, ragazza over 30 o over 20, ha fatto la cosa giusta in questi giorni, in questa follia pandemica, in questa corsa contro la morte.

Insomma, nessuno ricorda nulla.

Astrazeneca, non può essere la colpevole silenziosa, solo perchè è un medicinale, che ad oggi registra ANCORA,più benefici che rischi.

Camilla,una provetta giocatrice di pallavolo, è stata una donna coraggiosa, ha fatto la cosa giusta e ha deciso di vaccinarsi, senza paura, ha avuto solo meno fortuna degli altri, quegli altri che forse qualcosa nel corso del tempo, l’hanno sottovalutata.

Di fronte alla morte ci sentiamo tutti più deboli, meno coraggiosi,più vulnerabili, meno lucidi, più umani.

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